1809: I VENETI LE VENETE OSTINATI RIVOGLIONO SAN MARCO. UNA CRONACA DELL’EPOCA.
A SCHIO SI E’ FONDATA LA SEDE DEL LORO GOVERNO. IL MAGGIOR NUMERO RIVUOLE SAN MARCO. (Ottavia Negri Velo)
Il Regno d’Italia, imposto da Napoleone, col nuovo tricolore “simbolo delle libertà” che serviva a coprire solo la grande rapina dei francesi nella penisola, si fa odiare per le tasse e gabelle, e la gente, passato ogni limite sopportabile, si ribella ovunque. La ribellione fu sedata, con la ghigliottina e col piombo, che causarono la morte di migliaia di “insorgenti”. Una piccola, toccante testimonianza l’ho trovata nel libro di Ettore Beggiato. colpisce molto, anche perché scritta nella lingua popolare, da un sarto di Asolo.
Pietro Basso, sarto asolano (1760-1813), ci ha lasciato una preziosa testimonianza.
“Chi legerà vada adagio, perché in molti luoghi mancare virgole, punti, (a)cento etc…. Le nuove imposizioni esasperano i contadini. così a Fonte il 4 luglio decidono di metersi insieme e macinare il frumento senza pagare il nuovo balzello. Tre giorni dopo scrive: “Gran sollevazioni nei comuni: si sente schiopetar.
Li vicintini eran zirca quatro milla. E a Rossan, Galliera, le done a fucor de far star indrio alcuanti zendarmi e voleva torge la biava. A fato campana a martelo: si solevò e così macinò il fromento per tanti luoghi.
8 luglio. Si publica chi vol macinar, li dà la boleta gratis, ma che non c’è più! Capita sino che li caporioni erano intrigadi da tanta solevazion!.
Il dì 7 Francesco Bianchin deto Mogno passa par Loria. Le done l’ha fermà e le volea tor do letere che el avea in scarsela. Basta, le lo lascia andar. le lo avea tolto (scambiato) per un porta letere (diretto) a la municipalità de Loria.
8 sabbato. Un gran bisbiglio. Le done di Loria, acordate con quele di Besega, le a desfà la municipalità (hanno assaltato il palazzo della Municipalità). E dise che on signor de Loria, già “giacobin” , l’è andà a Castello e l’a mandà in suso 60 francesi.
il 9, tanto che cantava vespero, sono acorsi. Corsi fora de vespero, fato campana a martelo e unirono altri comuni. I a fato corer li francesi. Li a tolto molte arme scolze (nascoste) e son andati ancor a Castelfranco sarcognadi (?).
Ne l’andar 5 ci colori (di loro) andò in una acasa amangiar e bever. E l’omo (il proprietario) l’è andà fora de la porta. I l’à credù ch’el vada a chiamar zente. I conzà una schiopetada e là amazà.
Il 10 gran schiopetade si sente verso sera. Quei de Roman an fato corer diversi francesii.
E di lotte si continua a parlare anche nei mesi successivi.
Fonte: 1809, L’INSORGENZA VENETA di Ettore Beggiato. Editrice Veneta.