1861: BERSAGLIERI COME NAZISTI A BENEVENTO BRUCIANO LA GENTE
A PONTELANDOLFO, NEL BENEVENTANO, IL 14 AGOSTO 1861.
PAOLO RUMIZ: Il massacro dimenticato
Riporto alcuni stralci dell’articolo, davvero impressionante, basato sulle memorie di un militare piemontese:
“Al mattino del giorno 14 ricevemmo l’ordine di entrare nel paese, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli infermi, e incendiarlo. Subito abbiamo cominciato a fucilare quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l’incendio al paese, di circa 4.500 abitanti.
Quale desolazione … non si poteva stare d’intorno per il gran calore; e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio abbiamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava”.
Olocausto firmato dagli Einsatzkommando? No, soldati italiani, al comando di ufficiali italiani. E il villaggio non sta in Etiopia, ma in Italia, nel Beneventano. Il suo nome è Pontelandolfo. Massacro ad opera dei bersaglieri, data 14 agosto 1861, meno di un anno dopo il trionfale ingresso di Garibaldi a Napoli.
Pontelandolfo, nome cancellato dai libri….
C’è una rivolta, alla falsa notizia che i Borboni sono tornati. Scattano regolamenti di conti con due morti, i briganti scendono dai monti. Il prete suona le campane per salutare la restaurazione. Il distaccamento dei bersaglieri va a vedere, ma nella notte vengono aggrediti da una banda di un paese vicino e lasciano sul terreno 41 morti.
Si manda una spedizione punitiva con l’incarico di “non mostrare misericordia”, e alla fine si contano 400 morti. Morti innocenti perché gli “assassini” (le virgolette sono mie, erano combattenti!) si sono dati alla macchia.
Quattrocento per quaranta. Dieci uccisi per ogni soldato come alle fosse Ardeatine.