A FINE ‘700 SI STAVA DELINEANDO IL FUTURO STATO VENETO MODERNO
Millo Bozzolan
… con la Terraferma come protagonista.
Assistiamo alla fine dell’epoca della repubblica di San Marco, al prorompere di nuove forze, tutte provenienti dall’entroterra, da cui Venezia ormai traeva tutto il suo sostentamento e motivo di esistenza.
Svanito lo stato da Mar, ridotto a una parte della Dalmazia e alle isole Ionie, il porto di Venezia era diventato il naturale sbocco dell’entroterra; “era una Repubblica che si rivolgeva alla Terraferma dove l’agricoltura offriva margini notevolissimi di miglioramenti e dove si potevan realizzare alti redditi e per giunta meno aleatori di quelli ottenuti dal commercio marittimo:
“ i veneziani si volgevano dunque sempre più verso la terraferma per acquistarvi campagne e costruirvi case, soprattutto per curare i loro interessi di propietari fondiari .. e vi andavano ad abitare non solo per i periodi di villeggiatura, ma, quando potevano, per tutto l’anno; né si trattava solo di nobili e ricchi borghesi, finivano nei paesi di campagna anche sacerdoti e professionisti (come medici e chirurghi) che vi trovavano possibilità di guadagno superiori a quelli offerti dalla Dominante.. il governo favoriva questo rivitalizzarsi della campagna (Cozzi) “
(fonte G. Distefano)
La mia idea è che, mancando la calamità rappresentata da Napoleone, l’aristocrazia veneziana sarebbe finalmente, dolcemente implosa, e non avendo più le risorse finanziare e morali per reggere il governo dello stato, nella prima metà dell’800 avrebbe aperto il Gran Consiglio alla nobiltà della terraferma prima, e poi a tutte le componenti produttive della società veneta.
Dell’antico ordine aristocratico sarebbe certamente rimasto un simulacro, come è accaduto in Inghilterra, con la Camera dei Lord, a testimonianza della continuità dello stato millenario, in cui le istituzioni moderne sono tuttavia espressione della Tradizione di un popolo con una storia plurimillenaria, quale è la Nazione veneta. Ma tutto questo ci è stato tolto, sta a noi saper ricostruire il nuovo collegandoci alla nostra storia plurimillenaria. Storia unica in ambito europeo.
Caro Milo,
come al solito le tue considerazioni sono acute e verosimili!
È la riflessione più intelligente che ho letto negli ultimi tempi. Solo una consapevolezza storica basata sul presupposto metafisico che le forme evolvono conservandosi (Aufhebeng), potremmo recuperare il collegamento con l’interrotta storia delle nostre istituzioni, aprendosi a una nuova missione di popolo (R. Steiner) ed evitando rigide e astratte reastaurazioni.