Antonio Canova al Museo Correr
Tra le recenti aggiunte, modifiche e risistemazioni apportate al Museo Correr, alcune davvero insensate, senza dubbio è meritevole la creazione di alcune sale dedicate ad Antonio Canova. Lo scultore, ultimo della foltissima lista di grandi artisti che la Serenissima regalò all’Arte, era nativo di Possagno, nel Trevigiano, ma fu a Venezia che ebbe i primi committenti e cominciò a scolpire le sue prime opere. Da artista di fama, prediletto da regnanti, papi, imperatori e carico di onori, Canova conservò l’attaccamento alle sue origini, tornando a Possagno e a Venezia nel corso degli anni, prodigandosi anche per la restituzione di opere d’arte depredate durante l’occupazione francese, tra le quali i cavalli della Basilica di San Marco. Per questo suo impegno a favore del recupero dei beni artistici,papa Pio VIl conferì a Canova un titolo nobiliare e una cospicua rendita, dallo scultore subito devoluta ad accademie d’arte.
Dopo Venezia si trasferì a Roma, per approfondire lo studio delle sculture classiche, ospite dell’Ambasciatore e grande mecenate veneto Zulian. Abbandonò Roma all’arrivo dei francesi, per ritirarsi a Possagno.Dai Bonaparte fu apprezzatissimo, realizzò per loro diverse opere, ma nominato da Napoleone scultore della corte imperiale, non cedette alle lusinghe e non accettò mai l’incarico.
Nelle sale sono raccolti molti cimeli, bozzetti, copie, sculture, dipinti (Canova si dedicava anche alla pittura) provenienti da varie raccolte. Si può ammirare il gruppo statuario di Dedalo e Icaro, col quale Canova riscosse da giovanissimo un grande successo a Venezia. Si pensa che Canova volesse raffigurare se stesso assieme al nonno paterno, che lo aveva cresciuto in quanto orfano di padre dall’età di quattro anni. Pasino Canova era scalpellino e da lui Antonio aveva assorbito la passione per la scultura fin da piccolissimo.
In una delle Sale è visibile il Mobile Canova, una speciale teca allestita dal commerciante e collezionista veneziano Zoppetti per custodire in casa propria strumenti da lavoro, bozzetti, disegni, cimeli personali, pitture di Canova. Acquisito dal Museo Correr, il mobile finì smontato, ma nel 2015 ricomposto, con il recupero delle parti ornamentali intagliate. Ospita, tra attrezzi di lavoro e oggetti vari, anche la maschera mortuaria di Canova.
Antonio Canova partì da Roma, molto malato, per tornare a Venezia nell’ ottobre 1822. Morì dopo qualche giorno, a pochi passi dal Museo Correr, in Campo San Gallo, in un palazzo della famiglia dei proprietari del Caffè Florian.
Nelle Sale Canoviane si può ammirare anche una replica della Venere Italica, scultura realizzata da Canova per sostituire la statua di Venere dei Medici, di epoca ellenistica, fatta trafugare da Napoleone da Firenze. Al Correr Venere è collocata vicino a una specie di gabinetto in vetro blindato che ospita una statua di Napoleone realizzata da un certo Banti, allievo poco dotato del Canova. Detta statua non avrebbe alcun titolo per comparire al Correr, men che meno tra capolavori e cimeli canoviani. Costretta suo malgrado alla vicinanza e alla coabitazione, la Dea dà elegantemente, ma significativamente le spalle all’empereur.