CELTI O VENETI ? Ecco cosa ne pensa Ivan Tomažič
di Zorzi Levorato Veneto
Vorrei qui accennare ad un’ insolita idea storica. E’ addirittura commovente il modo in cui gli storici esaltano i Celti che si sono trattenuti per alcuni secoli nell’ Europa Centrale. E’ stata dedicata a loro una serie di pubblicazioni e incontri di esperti. Solitamente vengono trattati da primo popolo noto che abbia “celtizzato” ignoti protoabitanti dando così inizio alla storia dell’ Europa Centrale.
I Celti con la loro civiltà di “La Tène”, in effetti si sono sparsi nel V e IV secolo a.c. in alcuni paesi Europei, ma facendolo, non hanno lasciato dietro di sé neppure un’iscrizione. (sic! ndr)
Possiamo però dedurre che più della metà di ciò che si attribuisce ai Celti appartenga in realtà ai Veneti, poichè i Celti non hanno né conquistato, né colonizzato il Norico. “
“ E che cosa successe alla fin fine ai Celti dell’Europa Centrale ?
In Italia essi dovettero combattere duramente per un intero secolo contro i Romani.
Dopo che furono definitivamente sconfitti in italia, scomparvero anche nell’ area cento Europea – soprattutto dietro la spinta dei Germani. Nel Norico scomparve ogni loro traccia prima della venuta dei romani. (15 a.c.). “
“Da tutti coloro che rispettano la verità e la giustizia ci aspettiamo che, con tutto il rispetto per i Celti, diano ai Veneti quel posto che loro spetta, essendo loro i nostri antenati nell’ Europa Centrale, soprattutto in Austria e sul versante meridionale delle Alpi “
Ivan Tomažič
senza voler difendere aprioristicamente quell´ amalgamo linguistico e di culture materiali che prende il nome di Celti, comprendo appieno l´infastidimento provato verso una esaltazione, a volte “romantica”, di verso tale cultura, storpiandone particolari, ed eleggendone i protagonisti quasi a campioni di un modus vivendi di liberta´rispetto alla situazione contemporanea,la quale risente dei restrittivi limites dettati dalla stessa societa´di individui di cui noi stessi siamo vittime e carnefici. Ecco dunque un modello di indipendenza e liberta´: i Celti.
D´altro canto, e´quello che spesso capita con molti altri popoli, nella ricerca di un “necessario nazionalismo”, o regionalismo storico, attraverso límmedesimazione/mitizazzione di antenati, sintomo di una grave crisi di identita´, sociale e individuale. E´capitato con i Greci ed i Romani, poi con i “federalisti” Tirreni, allo stesso modo in cui Illiri e Germani lo furono nelle rispettive zone geografiche, ed oltre. In quel processo socio-politico che vede in un assolutismo etnico, la soluzione ideale alla crisi d´identita´culturale. Come oggi, sta capitando con i Sanniti, gli Shardana, i Picenti, i Paleoveneti,e talvolta, i Celti…
Quelli appunto citati nell´articolo.
Che “si trattennero per un “alcuni” secoli in in Europa”…. ovvero, da almeno il X a.C, considerando la continuita´culturale dimostrata da culture quali quella di Golasecca (vedi studi di De Marinis) o della facies leponzia. E non, solo di quella lateniana, che rappresenta solo un successivo aspetto. Come reperti archeologici , fonti letterarie (T. Livio in primis con la citazione dell´ecista Beloveso, riguardo a medhlan/mediolanum, gia´terra insubre, od Elitovio con la fondazione di Brixia.. e dunque non “Solitamente vengono trattati da primo popolo noto che abbia “celtizzato” ignoti protoabitanti dando così inizio alla storia dell’ Europa Centrale.” A volte questi insoliti ignoti, hanno dei nomi, dato che erano in zone circostanti gia´da prima. Come appunto Camunni, Leponzi, Reti, Insubri, Orobi, Anauni/Anamari, Libui, Vertacomori, per non parlare dei vari popoli Liguri, Degli Umbri, e persino di quei gia´citati Etruschi e Paleoveneti. Con cui commerciarono per reciproco vantaggio. Come del resto gia´ genti che condividevano un´appartenenza alla stessa famiglia linguistica avevano fatto, prima di loro.. Come lo sappiamo? da tracce archeologiche, e sorpresa: da.. ISCRIZIONI. Perche´, ebbene si´ci sono: almeno a partire dal VII a.C, come figure quali Prosdocimi, D´Adamo, Lejeune, Lambot, Villar ed altri hanno ben chiarito. E molte delle quali raccolte in quell´interessante opera che prende il nome di “Tomo epigrafico, dei Celti d´italia, tomo II” Agostinetti, Morandi, 2004. E le iscrizioni, oltre alle 300 e passa su suolo italiano, giungono da “alcuni paesi europei” come Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, , Germania, Svizzera, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Rep. Ceca, Slovacchia, Romania, Ungheria, Bulgaria, giungendo alla´ Scozia ed all´a Turchia… giusto pochini… ora, le fonti ci dicono che Celtae, Galli, Keltoi, Galatai, come Greci e Romani li chiamavano, riferendosi ai popoli delle sopra citate aree geografiche e paesi odierni non erano gli Uenetoi/Veneti, come lo stesso Strabone ci precisa, a proposito di idiomi differenti tra i due popoli, che tranquillamente anche nelle terre dellá ttuale veneto convivevano, come Vitali e Salzani hanno dimostrato riguardo ad Este, Padova, Verona e Adria, per citare alcuni centri storici e nevralgici legati alla cultura paleoveneta. Dunque, abitarono, come gli altri popoli limitrofi o coesistenti, non di certo si trattennero. E abitarono a lungo, dato che ebbero modo di in tralciare i piani della crescita espansionistica di Roma, che dal 386 a.C fino alla caduta dei territori alpini di Reti e Camuni, Salassi, Taurisci e Norici, etcc attorno al 15-6 a.C ad opera dei luogotenenti di Augusto, Tiberio e Druso , in primis, lotto´contro tali genti galliche…. tra cui per la conquista del Norico, fonte dell´omonimo ferro, dalle zone di Noreia/Magdalensberg, dove tracce romane esistono almeno dal I a.C, e dove le iscrizioni riportano onomastica romana mista a quella indigena, almeno fino al III d.C, come dicasi per Aquileia, Ljubliana/Emona, etc. Ora, non credo che per dare legittimita´e spessore storico e culturale aiPaleoveneti, bisogna storpiare la storia, la geografia, il folklore, e la genetica, quando allora si dovrebbe riprendere anche quei dimenticati Euganei, e ricordandosi che l´ésaltazione delle proprie origini e´sempre una falsificazione di chi non sa accettare la mescolanza genica di cui e´parte. E che ha dato vita a quelle sfaccettate peculiarita´culturali, linguistiche, persino gastronomiche, che oggi rendono le nostre regioni italiane tanto apprezzate e talvoolta invidiate nella loro eterogeneita´di aspetti. Che siano Euganei, venetici, celtici, Romani, greci, Avari, magiari, germanici, Spagnoli, francesi….