E’ UNA SCOPERTA di diversi anni fa, magari qualche amante di storia militare nel mondo autonomista potrebbe riprenderne l’uniforme per ricreare un bel reparto di cernide (o cerne) assolutamente corretto nelle uniformi storiche. Non è detto che per forza si debba scegliere il 1797 fatidico per proporre un reparto militare marchesco. Ma riprendiamo la narrazione.
Ci arrivai su segnalazione di una giovane amica indipendentista, che aveva qualche conoscenza in villa e ce lo fece portar fuori per qualche preziosa foto.
Cosa ci dice, il bambolotto gigante? Era alto quasi un metro se ricordo bene… Rappresenta senza ombra di dubbio, un tamburino di inizio ‘700, probabilmente riproduce fedelmente una “cernida” di inizio 700. Il periodo è certo per il tipo di uniforme priva di colletto, come si usava allora. Ha due ghette da fante e quanto al colore marron della ‘velada’, probabilmente era una scelta della famiglia nobile (all’epoca forse i Donà Delle Rose) che certamente contribuiva a finanziare l’armata per il vestimento e magari le munizioni per le esercitazioni periodiche. E’ probabile che il comandante della Milizia fosse un nobile della villa.
La truppa era convocata periodicamente per le esercitazioni al tiro e le prove per la parata finale. Militarmente ormai erano inefficaci, divenute motivo di folclore piuttosto che di forza militare.
Eppure, tra il bresciano e il veronese, il bergamasco, si batterono come leoni contro i francesi, nel terribile anno dell’invasione della nostra Patria da parte di Napoleone.
Mi ricorda meglio Danilo Morello che i nobili avevano l’obbligo di formare all’occorrenza un reggimento o una compagnia a cavallo. Avevano anche un grado militare che si tramandava. Nello specifico dovevano armare e vestire nonché fornire di cavalcature le truppe in questione.
Il tricorno presentava due coccarde, in maniera erronea, ma nel corso degli anni è stato evidentemente rimaneggiato. Chi lo ha manomesso avrà pensato che la presenza di una sola fosse dovuta allo smarrimento della seconda, ignorando molte cose in fatto di uniformologia. La coccarda era sempre unica, sulla sinistra. Da inizio Settecento per la fanteria era color azzurro, e ancora si intravvede, scolorito. Era il colore dei Veneti dei tempi antichissimi. La Repubblica riprese ad usarlo per l’esercito.
Per la nobile dimora : ″Costruita da Paolo Tamagnino nel 1715 su progetto dell’ormai affermato Giorgio Massari, costituisce la solenne testimonianza di un passato splendido e rientra nel prestigioso itinerario delle ville venete.
Non deve la sua fama a stucchi e affreschi, ad arazzi e pitture pregevoli; bensì alla propria architettura e alla presenza al suo interno di pezzi d’arte orientale e in particolar modo della rara e divertente raccolta di carrillons cui vanno le maggiori attenzioni di studiosi e amanti dell’arte.
Una signorile dimora a misura d’uomo, con colori morbidi e visioni luminose che, a quanto pare, si conciliano con gli estri pittorici e la macchina da presa
La facciata si presenta a due piani, completati sopra il cornicione da un rialzo centrale che rende abitabile il solaio e si conclude con un timpano. Quest’ultimo è collegato al cornicione da due ampie volute. Tutta la facciata presenta una equilibrata alternanza di linee rette (cornici e timpani delle finestre) e curve (le volute e gli archi delle aperture maggiori).
Dal corpo centrale si dipartono le ali delle barchesse, che con felicissima invenzione tipicamente settecentesca avanzano leggermente concave; la loro curvatura è continuata dal muro di cinta, a formare un’ellisse, che racchiude un giardino all’italiana dalle dimensioni proporzionate all’edificio.
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