Cosa resta di Lepanto a Venezia?
Pare che a Venezia si faccia di tutto per occultare, nascondere o passare il più possibile sotto silenzio le glorie della passata Repubblica, quasi fosse una Storia da dimenticare, se non cancellare del tutto.
Il Museo Correr, scrigno delle più preziose memorie storiche della città, nato per ospitare il grandissimo lascito di Teodoro Correr, è stato smembrato e snaturato per far posto alla risistemazione degli appartamenti imperiali ottocenteschi. A mio avviso i fans nostalgici di Sissi e Francesco Giuseppe, o piuttosto delle loro beote immagini cinematografiche, dovrebbero accontentarsi di andare ad ammirare i cimeli e ricordi dei loro eroi a Vienna, alla Hofburg, a Schonbrunn e dintorni. Per non parlare dell’ingombrante Napoleone marmoreo che è stato installato e blindato, forse per toglierlo alle possibili eccessive manifestazioni d’affetto del Veneti.
Un tempo si celebrava con grande e dovuta solennità la vittoria di Lepanto, momento epico tra i più gloriosi della Serenissima, adesso sembra un ricordo ingombrante, si evita persino di parlarne, se non fosse per pochi che si ostinano a rievocare la data, malvisti e denominati con un certo spregio ”venetisti”. In Palazzo Ducale, fortunatamente, rimane la celebre opera di Paolo Veronese che celebra la vittoria, e qualche dipinto o raffigurazione si può trovare in giro per il Veneto, come nel Duomo di Montagnana e su un lato della loggia del Capitaniato,a Vicenza. Nella grande basilica dei santi GIovanni e Paolo nel 1582 era stata creata una cappella dedicata alla Vergine del Rosario e alle memorie di Lepanto. Un incendio nel 1867 la ridusse in cenere, con i capolavori in essa contenuti.
Un grande stendardo da nave conquistato ai Turchi a Lepanto, che dominava una Sala di Palazzo Ducale, pare sia stato rivolto verso il soffitto, per toglierlo alla vista. Forse per fare in modo che eventuali visitatori venuti da quei luoghi non se ne abbiano a male?
Sempre in tema di bandiere, sulla facciata dell’ex chiesa della Carità, ora inglobata nelle Gallerie dell’Accademia, in passato erano esposte le bandiere italiana, europea e quella della Regione Veneto. Del Gonfalone di san Marco qualche mese fa non rimaneva che un piccolo brandello. Ora sventola la bandiera blu con le stelle della UE con ben due tricolori, evidentemente allo stato italiano (o a chi in questo singolare modo ritiene di rappresentarlo) non basta cancellare, vuol essere più realista del re.
C’è però in Venezia un altro cimelio, che fu posseduto e riportato proprio da Sebastiano Venier, il vincitore della battaglia di Lepanto.
Nella chiesa di Santa Maria Formosa, sotto l’organo, restaurato nel 1991, c’ è un’icona che riproduce il tema della Madonna della Consolazione.
Si tratta di una rappresentazione antichissima. frequente nell’arte bizantina, probabilmente opera del pittore Nicolaus Safuris, degli inizi del 1500. Sebastiano Venier l’aveva portata con se a Lepanto, sulla nave ammiraglia veneziana. Gli eredi di Sebastiano Venier in seguito donarono il prezioso cimelio alla chiesa, accanto alla quale sorge in palazzo che fu della famiglia. I più attenti lo potranno notare nella bellissima chiesa rinascimentale del sestiere di Castello, subito a sinistra della porta che dà sul rio.