L’ORIGINE DEI PALEO VENETI. LA CIVILTA’ DI LUSAZIA.
Di Millo Bozzolan
Bisogna far risalire l’etnogenesi dei Veneti a epoca più antica, nell’Età del Bronzo. Un punto di sovrana importanza, su cui praticamente tutti concordano, da Devoto, all’Università di Padova, a tutti i venetologi di lingua slava, ma in generale la scienza storica a livello internazionale, è la coincidenza dei “Veneti antichi” con la “Urnenfelderkultur”. Già attorno al 1800 a.C. nel territorio dell’odierna Boemia si formò la Cultura di Aunjetitz, che diede poi impulso alla vicina Cultura di Lusazia (1500-1100 a.C.).
Quest’ultima formò l’humus culturale di un nuovo popolo, i Veneti antichi, l’organizzazione sociale dei quali si fondava tanto sul diritto paterno, quanto su quello materno. La sua originaria area d’espansione aveva come centro il bacino del fiume Oder e si estendeva sino alla Vistola, nell’odierna Polonia; a Ovest comprendeva buona parte della Germania orientale, lambendo a Meridione anche il territorio ceco e slovacco .
Dopo il 1200 a.C., la potenza della civiltà lusaziana determinò una tale evoluzione culturale e sociale che si originarono numerose correnti migratorie dirette in tutte le direzioni attraverso l’Europa. I fautori di questa civiltà furono anche conosciuti come portatori della Civiltà dei Campi di Urne, così chiamata poiché i suoi artefici raccoglievano i resti combusti dei defunti in urne deposte in ampie necropoli. I portatori della Civiltà dei Campi di Urne rappresentarono la prima nazione che si formò in Europa; furono identificati con i Veneti proprio grazie al rito dell’incinerazione (G. Devoto 1962).
Chiarito questo, tutto torna.