“EL CAO DE AN” VENETO SU L’ARENA
Spari a salve, si rievoca il Capodanno veneto
L’Arena
domenica 03 marzo 2019 – PROVINCIA – Pagina 30

MONTECCHIA DI CROSARA. Duecento persone si sono riunite in piena notte nel parcheggio del ristorante «Tregnago» per festeggiare, con suggestivi riti, il «Cao de ano»
Secondo la tradizione dei romani antichi il nuovo anno iniziava il primo giorno di marzo La consuetudine venne poi ripresa dal Ducato lagunare e dalla Repubblica Serenissima.
Gli spari a salve della Guardia nobile di Verona e degli Schiavoni, dopo aver issato la bandiera contarina sei metri per tre, salutano in piena notte il nuovo anno: è successo l’altra sera, il primo marzo, nel parcheggio del ristorante «Tregnago» di Montecchia di Crosara, punto di approdo di circa 200 persone riunite per festeggiare il «Cao de ano veneto 2019», il Capodanno veneto. Proprio col primo marzo, infatti, secondo i romani antichi iniziava l’anno nuovo e questa consuetudine, successivamente al 1000 dopo Cristo, venne ripresa nel Ducato veneto lagunare.

È la cosiddetta chiamata di marzo, «e si chiama così», ha spiegato Giorgio Roncolato, cultore di storia veneta, «perchè nella maggior parte dei calendari realizzati dopo il mille il mese di marzo è rappresentato da “Marcius cornator”, un giovane ricciuto che soffia in due grandi corni di bue».
«Serata culturale, apartitica e apolitica», c’era scritto sul volantino di invito all’evento organizzato da Vittorio Bonora. Un ruolo importante l’hanno avuto Nicola Cavedini e Maurizio Ruggiero, rispettivamente presidente e segretario del «Comitato Pasque veronesi».
È proprio questo episodio storico, cioè l’insorgenza popolare che scoppiò, dopo dieci mesi di occupazione francese, tra il 17 ed il 25 aprile del 1797 a Verona, il punto di contatto tra tradizionalisti e venetisti: da difendere ci fu la Repubblica Veneta «ma anche i valori dell’epoca e quell’orizzonte culturale che venne invece distrutto non per volontà dei popoli, ma delle sette», ha spiegato Ruggiero.

A difendere la città fu la Guardia nobile, costituita qualche giorno prima delle Pasque per sorvegliare le porte della città e ricomposta da qualche anno da un gruppo di appassionati che si dedicano a questo tipo di rievocazioni storiche con costumi d’epoca e fucili ad avancarica.
Se la veneticità passa per il vessillo di San Marco e la Serenissima, il tradizionalismo anela ai principi di un tempo, «la fedeltà e l’amor di patria, la religione, l’amore per i propri padri», ha spiegato Ruggiero.
Su un banchetto i premi della lotteria, su un altro i gadget, sullo schermo le immagini di «Galeas per montes», il video che racconta la «magnifica impresa» con cui la Serenissima tra 1438 e 1439 attraversò vie d’acqua e monti per portare in Trentino la flotta che liberò Brescia assediata dal Ducato di Milano.

Poi Palmarino Zoccatelli (Associazione tra Veneto e Russia) a spiegare le prospettive del mercato russo, il sipario comico con Gamba de le formigare, Spartaco dal Volon, gli Amici del Dino da Sandrà e il finale social, col Claudio Culpo che su Facebook ha fondato il gruppo «Te si veneto se…wsm». ©

WSM ❤️❤️❤️