GLI ARMENI A VENEZIA NEL PRIMO ALBERGO DEL MONDO
Simonetta Dondi dall’Orologio ci dipinge uno spicchio di Venezia medioevale “ombelico del mondo del commercio” e i traffici degli Armeni aiutati a trovare dimora in città da un nobile veneziano che li stimava. Molto interessante.
Torniamo indietro con la nostra macchina del tempo virtuale al 1253, una data storica per Venezia, dato che vediamo la nascita del primo albergo destinato però solo agli Armeni.
Vi parliamo di Marco Ziani, nipote del più famoso doge Sebastiano Ziani, rampollo di una famiglia che godeva di una considerevole ricchezza, che aveva la proprietà di un edificio (oggi ospita il Ristorante Anima Bella). Marco per i suoi traffici aveva soggiornato molti anni in Armenia e amava quella terra.
Prese la decisione di fare un lascito, che la casa presso il Ponte dei Ferali insieme ad una cospicua somma di denaro per il suo mantenimento fosse destinata ad ospitare agli armeni che soggiornavano a Venezia.
La Casa-Albergo Hay Dun dava la possibilità di ospitare per 3 giorni i mercanti armeni in arrivo o in transito a nella città lagunare.Gli armeni erano già famosi per la vendita dei Kilim (tappeti), dal Caucaso importavano anche fichi, albicocche, meloni, mandorle e melograni.Negli anni seguenti, proprio grazie a questo albergo, nasce intorno il quartiere degli Armeni. E proprio qui nasce il primo libro scritto in armeno per opera di un tale Yokob, di cui non si conosce la generalità completa. Era un libro di preghiere.Scrisse in armeno anche la Bibbia ed il grande Aldo Manuzio, stampatore, fece le pubblicazioni, questa di cui parliamo con il titolo de Il Libro del Venerdì. Ebbe tale successo questo lavoro che ne nacque una leggenda:Un gruppo di mercanti imbarcati con il loro prezioso carico di merci pregiate, venivano dal Medio Oriente e quando giunsero davanti a delle isolette dell’attuale Croazia (un tempo Dalmazia), vengono avvistati da imbarcazioni pirate che in quei tempi infestavano la costa slava.Si avvicinano a loro con fare minaccioso; i mercanti vistosi perduti, affidano l’anima a Dio e si mettono a leggere ad alta voce le invocazioni contenute nel libro….di lì a poco si solleva una forte nebbia che rende invisibile ai pirati la loro imbarcazione.Approfittando la grande fortuna i mercanti s’allontanano dalla costa slava, avvicinandosi a quella italica, dove troveranno salvezza per loro e per i preziosi carichi.“Ora ci sono 3 milioni di armeni in patria e ben 9 milioni sparsi sulla terra, dagli Stati Uniti alla Russia, ma il legame tra Venezia e l’Armenia è millenario. I mercanti partiti dalle pendici dell’Ararat, il monte di Noè, erano presenti in città fin dal Medioevo, come attestano gli antichi toponimi.” cit Maurizio Crovato. Ma ne parleremo nel prossimo post. 🙂
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