GLI EROI ED EROINE VENETE DIMENTICATE
Simonetta Dondi dall'Orologio
Ho trascorso vari giorni di silenzio con rispetto alle pillole di storia, come segno di lutto per gli atti terroristi di questa epoca nera….. (Simonetta scrive dopo un ennesimo attentato islamico in Europa ndR)
Più che mai ricordo gli eroi della Serenissima che durante 1200 anni hanno lottato (da soli) per difendere il proprio territorio dall’invasione ottomana….le imprese ebbero fama e ammirazione a livello internazionale.
Quasi nessuno ricorda a Biagio Zulian da Capodilista che a Candia (Creta) e sessanta soldati che nella lunga guerra d’assedio durata 22 anni (il più lungo assedio della storia), appiccò il fuoco al deposito delle polveri nello scoglio di San Teodoro per non farlo cadere in mano turche, azione che provocò perfino ammirazione al Re Sole.
Gli stati europei non si preoccupavano, solo Venezia si trovava ad opporsi all’inarrestabile avanzata turca, con perdite di vite umane e di enormi quantità finanziarie.
Ma soprattutto ricordo in questi giorni il comportamento di alcune donne venete che nel 1570, quando il Sultano Selim II decise che l’Isola di Cipro prossima alle coste turche, l’ultimo baluardo cristiano, doveva far parte del suo impero.
Intimò quindi a Venezia di cedere l’isola o l’avrebbe conquistata con la forza: Venezia si rifiutò e si preparò ad un nuovo scontro cercando inutilmente anche l’aiuto delle altre potenze cattoliche mentre mesi di attesa e di indecisione favorirono l’avanzata dei turchi che dopo due mesi di accanita resistenza riuscirono a conquistare Nicosia difesa da soli 1500 soldati contro 80.000 di Mustafà Pascià.
Come da triste usanza i pochi difensori rimasti dopo la promessa turca di aver salva la vita si arresero ma furono invece trucidati.
Stessa sorte toccò a 20.000 cittadini di Nicosia mentre le donne furono prese schiave per essere vendute al mercato di Istambul (nulla di nuovo sotto il sole).
Tra costoro c’erano anche delle nobildonne veneziane che di fronte a questa insopportabile e vergognosa prospettiva giunte al porto decisero un atto estremo: Belisandra Maraviglia (vedova di Pietro Albini, il cancelliere di Cipro, ucciso durante l’assedio e sorella di Giovanni, segretario del Senato veneziano) riuscì a dar fuoco al deposito di munizioni della nave che saltò in aria con tutto il suo povero carico umano ed investì anche due navi minori.
Si salvarono alla fine solo lo scrivano e 6 turchi.
Oggi non ho ancora capito da che parte stiamo e solo desidero che tanti nuovi martiri non muoiano inutilmente e che, ancora una volta, non vengano dimenticati.