I banchi di pegno, nati per aiutare i poveri nelle terre di San Marco.
Di Brian Pullan
A completamento del sistema di assistenza sociale praticato in tante comunità medioevali, era indispensabile che i poveri potessero disporre di qualche forma di credito a basso interesse. La carità diretta delle confraternite o dei singoli benefattori, le leggi o gli ospedali per mendicanti, non bastavano… ad alleviare la condizione dei poveri. essi dovevano avere la possibilità di uscire dai momenti di crisi a causa di cattivi raccolti, l’aumento di prezzi delle derrate alimentari e l’andamento dell’economia in genere.
I poveri non erano in grado d metter da parte denaro, bisognava che potessero prenderne a prestito, trasformando in contanti i pochi beni che possedevano, senza il rischio di una perdita irreparabile, o l’incubo di infilarsi in una spirale di debiti. Controllo sulla povertà quindi, e sulla modalità di contrazione del debito. Non bastava una legislazione di controllo, bisognava che le autorità trovassero i fondi per il piccolo credito, su pegni modesti, e che questi fondi fossero sufficienti così da togliere spazio agli usurai privati, che inevitabilmente spuntavano ovunque.
Si giunse così, nel Quattocento, alla istituzione di Banchi pubblici di credito, che prestavano piccole somme ai poveri, con gli interessi appena sufficienti a coprire le spese. Questo era il fine originario dei Monti di Pietà, sebbene poi ampliassero il loro campo. Secondo alcune teorie dell’epoca, erano i poveri stessi a possedere i Monti.
Bernardino Tomitano da Feltre fu tra i primi fondatori dei Monti di Pietà. quello di Feltre è ancora conservato con il suo arredo originale.
http://venetostoria.com/2015/07/10/bernardino-da-feltre-fondo-i-monti-di-pieta-per-aiutare-i-poveri/