I “CAPPELLETTI” POLIZIOTTI A CAVALLO DI SAN MARCO.
di Dan Morel Danilovich
Verso la metà del 1500, l’esercito veneziano era impiegato, come dal resto era usanza in quasi tutti gli stati europei, per il mantenimento dell’ordine pubblico. Venezia era convinta che il lavoro di “polizia” andava effettuato da uomini liberi da ogni legame domestico. Arruolò, per questo motivo, tra il 1549 e il 1551, circa 500 cavalleggeri i “cappelletti ”, che furono impiegati “…per sostenere le Autorità e nell’estirpazione di selerati et banditi…”. Distaccati presso i rettori, integravano l’attività degli “Homeni di Campagna”, la “polizia” a cavallo arruolata a livello locale. Armati di carabine a ruota, portavano la corazza da cavalleria, con pettorale a prova di archibugio e schienale a prova di pistola.
All’inizio del secolo decimottavo, Venezia, nei confronti degli altri stati europei teneva, nella politica estera, un comportamento di neutralità armata.
In relazione a questo suo stato, una branchia dell’organizzazione militare, al fine di non renderla inattiva e poi per necessità, svolgeva, nella “Terra Ferma ”, compiti di Polizia. Non era quindi difficile trovare, ai nodi stradali di maggior rilievo, degli appostamenti di servizi fissi di guardia e di vigilanza locale. Questo servizio, per la necessità di un rapido movimento, era svolto dalla Cavalleria Veneta, denominata Dragoni, che perlustrava le strade di maggior transito insidiate dai malviventi. In breve tempo il termine Dragoni echeggiò nella campagna veneta come sinonimo di gendarmi o sbirri.