I LUOGHI SEGRETI DEL VENETO, IL LAGO DI FIMON NEL VICENTINO
LAGO DI FIMON – ARCUGNANO ( VICENZA – VENETO )
Buon giovedì a tutti amici, oggi ci spostiamo ad Arcugnano, vicino Vicenza, per far visita al lago di Fimon. La segnalazione ci viene data dalla nostra nuova collaboratrice Elisa Ravagnani che ci ha fornito parte del materiale fotografico.
Il lago di Fimon è uno specchio d’acqua di modeste dimensioni ( 0,60 km quadrati ) e poco profondo ( circa 2 m) che si trova in comune di Arcugnano, tra le frazioni di Pianezze e Lapio. È l’unico lago di dimensioni significative dell’intera provincia.
I dintorni del lago sono anche un sito archeologico, la cui importanza fu riconosciuta già nel XIX secolo dal naturalista vicentino Paolo Lioy.
Il lago è d’interesse turistico, specie nella bella stagione, in cui diviene meta ideale per gite fuori porta da parte della popolazione del territorio vicentino. Nelle sue vicinanze sono presenti un bar ( che si trova direttamente affacciato sul lungolago ) e due pizzerie. Nelle acque del lago viene praticata la pesca sportiva, anche con l’utilizzo di barche, per le quali è disponibile un punto noleggio.
ARCHEOLOGIA
L’interesse archeologico della zona di Fimon è dovuto al ritrovamento di resti di insediamenti risalenti ad almeno due epoche differenti: uno al neolitico ed uno all’età del bronzo.
I resti risalenti al neolitico presumibilmente si possono ricondurre alla fase antica della cultura dei vasi a bocca quadrata. Le datazioni al radiocarbonio dei resti li collocano alla prima metà del IV millennio a.C.
Il ritrovamento principale è costituito dai resti di capanne con focolare che riposa su strutture orizzontali di pali incrociati. Sono stati ritrovati focolari costituiti di blocchi di calcare ricoperti d’argilla e limo, di forma quadrata o circolare.
Nei pressi di tali strutture sono stati rinvenuti pali piantati verticalmente, che in un primo tempo avevano fatto pensare ad un abitato palafitticolo.
I legni utilizzati sono abbondanti nella zona vicina al lago; principalmente ontano, frassino, faggio e acero. Si suppone che la scelta, preponderante, dell’ontano fosse dovuta alla sua maggiore resistenza in ambienti umidi.
La parte aerea delle capanne non è stata rinvenuta, fatta eccezione per qualche pezzo d’intonaco lisciato da un lato e recante impronte di rami d’albero dall’altro.
Si può supporre che le piante delle capanne fossero rettangolari.
Nei pressi dell’insediamento sono stati rinvenuti conchiglie, ossa d’animali ( tra cui mammiferi, pesci e tartarughe ), semi carbonizzati, strumenti di pietra e d’osso, cocci e qualche sparuto oggetto ornamentale.
Nel luogo giaceva sepolto un ragazzo di dieci – dodici anni, assieme a ceramica del tipo di quella ritrovata all’interno dell’insediamento. La datazione al carbonio 14 tuttavia sembra indicare per i resti del fanciullo un’età maggiore di quella delle capanne, essendo queste di circa 200 anni più recenti.
Gli strumenti di selce a scheggiatura laminare, principalmente di dimensioni grandi, sono stati ritrovati in quantità: grattatoi, punte foliate, bulini, perforatori, lame ritoccate; asce spesse di forma allungata ( più comuni ) e asce corte più sottili ( più rare ), un pezzo di scalpello, dei pestelli ed una macina. Alcuni strumenti recavano resti di mastice, presumibilmente utilizzato per immanicare lame e altri utensili su aste di legno. Un ritrovamento particolarmente significativo è costituito da una freccia di selce con punta peduncolata e asta lignea.
Sono stati rinvenuti anche punteruoli e spatole d’osso, zagaglie d’osso e oggetti ricavati a partire da corna di cervo, presumibilmente percussori.
La ceramica fine rinvenuta consta di scodelle profonde a bocca circolare o quadrata e vasi ad alto piede ( talora decorati con motivi geometrici ), vasi e bicchieri a bocca quadrata e a fiasco, scodelle a bocca circolare ( talora decorate con piccoli lobi sopraelevati sul bordo ). La ceramica grossolana consta invece di vasi a bocca quadrata, a fiasco e a tronco di cono, grandi vasi profondi.
È da notare che alcuni vasi portano sul fondo l’impronta delle stuoie sulle quali presumibilmente poggiavano in fase di realizzazione.
I ritrovamenti in questo caso non sono numerosi e si limitano a due metatarsi di lepre forati e cinque denti umani forati e limati.
Ecco un video del Lago di Fimon:
https://www.youtube.com/watch?v=W9VhDM5FZT8
Direi che come meta è da tenere sicuramente in considerazione.
RINGRAZIAMO ELISA RAVAGNANI PER LA CORTESE SEGNALAZIONE E PER LE SPLENDIDE FOTO FATTECI PERVENIRE.
DA https://www.facebook.com/I-meravigliosi-luoghi-segreti-del-Tri-Veneto-1420474544875178/?fref=photo