I SOLDATI MUSSULMANI SOTTO LA BANDIERA DI SAN MARCO
di Millo Bozzolan
Un tempo non molto lontano da noi, l’identità cristiana era talmente connaturata alla società europea, che era considerato riprovevole servirsi di soldati professionali (che erano il nerbo degli eserciti) di altre confessioni religiose, specie se mussulmani, i nemici giurati dei cristiani. -Tuttavia Venezia, che lottava per la sopravvivenza nel 1509, attaccata dal Papa e dalla Lega, con l’esercito messo a dura prova, accarezzò per un attimo, l’idea di una innaturale alleanza col turco, o quanto meno pensò di arruolare dei mercenari in quelle terre, col permesso del Sultano.
“ I veneziani – scrive il Priuli – erano abbastanza disperati da prendere < el tosego (tossico), cioè venenno (veleno) per medicina>”. Quindi fu discussa in quell’anno, in Collegio e al Senato, la possibilità di arruolare 15 -20.000 cavalieri. In ottobre il dibattito, ormai pubblico, si intensificò, con l’afflusso di migliaia di profughi dalla terraferma invasa. Il Priuli ne riassunse i punti principali: i turchi erano l’unica possibile fonte di aiuto rimasta, ma poi, fatti entrare, come sbarazzarsene? e c’era poi una questione di coscienza: se i turchi fossero sfuggiti al loro controllo – poteva ben succedere, date le enormi risorse di cui disponevano – e Roma fosse caduta, e la Cristianità schiacciata, con quale faccia i veneziani avrebbero potuto presentarsi a Dio dopo la morte? Finché esisteva anche una sola possibilità di sfaldamento della Lega di Cambrai, chiamare in causa il turco, distruggendo del tutto l’immagine di Venezia quale massimo difensore della Cristianità, non sarebbe stato un po’ come tagliarsi <il membro virile per fare iniuria a la sua consorte?>…………
Alla fine Venezia si limitò a impiegare piccole bande di sudditi balcanici del Sultano…ma l’accoglienza loro riservata nei campi militari non fu delle migliori. Accusati di ogni nefandezza, fino alle aggressioni omossessuali e alla conversione di ragazzini per farli uscire clandestinamente da Venezia. –
Fin qua il racconto di Johon Hale nel suo volume “L’organizzazione militare di Venezia nel ‘500”.
La morale che ne ricaviamo è che gli stati del tempo si reggevano sulla identità religiosa, compresa anche Venezia. la cosa più importante era quella, persa l’identità confessionale tutto crollava, anche la legittimità del potere. uno stato era cristiano e non poteva che esser tale, ed ogni legge che veniva emanata doveva inspirarsi sempre e mai andar contro, al Vangelo. Oggi sono concetti che fanno schifare molta parte dei moderni, anche chi ammira Venezia e magari ne agita il simbolo (il Leone marciano) durante qualche manifestazione indipendentistica. Ma se siamo Veneti e veneziani, “non possiamo non dirci cristiani”.