I VENETI ANTICHI A SCUOLA DI SCRITTURA. Le tavolette alfabetiche.
Di Millo Bozzolan
Le tavolette alfabetiche.
La stipe della Dea Reitia, a Este, ha restituito tra gli ex voto una particolare tipologia di oggetti, legati agli insegnamenti e la pratica della scrittura, gli stili scrittori e – particolarmente importanti – le tavolette alfabetiche.
Gli stili scrittori sono gli strumenti che servivano a scrivere sulle tavolette cerate: gli oggetti bronzei, di forma allungata, con un’estremità a punta per incidere e l’altra estremità a spatola per cancellare la scrittura.
Le tavolette alfabetiche sono lamine di bronzo scritto, riproduzione modellizzata di prontuari in uso per l’insegnamento della scrittura; si tratta di una documentazione unica nel suo genere, non perché le altre scritture non usassero analoche tecniche e supporti per l’insegnamento, ma perché solo in Veneto si sono conservati, trasformandosi da oggetti funzionali fatti di materiale deperibile, in ex voto su supporto duraturo.
Le tavolette portano due contenuti distinti. una iscrizione di dedica alla dea, e la riproduzione degli elementi necessari agli esercizi ortografici. La sezione ortografica comprende una lista delle consonanti, una sequenza delle vocali, e una lista di gruppi consonantici, associando ciascuna vocale a ciascuna consonante, o gruppo consonantico, si ottenevano le sillabe basiche della lingua, che nella scrittura erano riportate senza la puntuazione; questa serviva invece a segnalare le sillabe più complesse.
L’insegnamento era dunque basato sulla sillabazione, non diversamente da altre culture dell’antichità … e dell’età moderna (il sillabario delle nostre scuole).
Il diretto collegamento tra la struttura santuariale e scrittura trova la sua spiegazione nel fatto che i santuari erano centri di assunzione e trasmissione della conoscenza e della pratica dell’alfabeto, sedi di “scuole ” scrittorie affidati a gruppi di tipo sacerdotale, su cui però abbiamo scarse informazioni: in una iscrizione si è creduto di riconoscere la menzione di una “confraternita” (frateres), ma non sappiamo con quali prerogative: d’altro canto, la componente femminile è ampiamente rappresentata tra i dedicatari delle tavolette e degli stili: ciò consente di supporre la presenza di sacerdotesse o comunque si donne con funzioni o attributi legati alla funzione “scrittoria” del santuario.
Anna Martinetti, ARCHEOLOGA
Da “I Veneti dai bei cavalli” Sovrintendenza dei Beni archeologici del Veneto.