I VENETI ANTICHI LA CULTURA DELLA VITE E L’APICULTURA. LE API IN BARCA SULL’ADIGE…
- da SAGGIO SOPRA I VENETI PRIMI di P. Savioni stampato nel 1781 a Venezia, mirabile lavoro che parla anche del culto di Diomede e della religiosità dei Veneti.
Lo stesso Plinio ci fa sapere che i Veneti avevano attenzione nell’allevare salici di quel paese, e quella specie di pianta assai adattato in più luoghi essendo il terreno, e pare che sopra di essi vi gettassero la vite, come fanno ora in tute le basse campagne prossime alla laguna. Erodiano ancora racconta che a lunghi filari usassero piantare la vite, e i capi di questa disponevano a festoni, tra l’un albero e l’altro regolarmente piantati,… e tale uso istessamente dura nella terra vicina. Plinio poi ci conservò memoria di un costume singolare, usato da quei veneti dell’agro veronese vicino ad Ostiglia, ed al Po.
Mantenevano questi grande quantità di api (gli antichi facevano gran uso del miele) e come poco o niente avevano nel prato vicino (essendo tutto intorno impaludato), perciò ogni dì prima dell’alba mettevano gli alveari sopra le barche e su per lo fiume navigando conducevano le api in luogo dove c’erano praterie buone per esse, e dove arrivavano prima dell’alba.
Sorto il sole le api andavano a succhiare il loro fabbisogno, poi tornavano ai loro favi e verso sera i loro custodi si accorgevano che gli alveari erano più pieni dato il maggior peso che davano alla loro barchetta, e allora ritornavano a casa. Dice Plinio che quindici miglia all’insù conducevano l’api, vale a dire verso Governolo…