I VENETI E LE VENETE ATTRAVERSO IL VESTIARIO DI UN TEMPO
Piluccando nel bel saggio di Giampaolo Gri, ho rivisto certe figure che fino agli anni Cinquanta del Novecento si incontravano magari in paese o nelle fiere, ma “gli zattieri del Piave” purtroppo, non avrei fatto in tempo a scorgerli:
Gli zattieri avevano un costume caratteristico, un pesante giubbone di lana, cappello a larghe falde, fascia rossa alla cintura, calzoni al ginocchio, calze di lana grigia e grosse scarpe chiodate Corso 1957 e Cibele 1888).
I bottieri del Polesine: un vecchio bottiere di stampo antico nel 1898 “vestiva con calzoni corti fino alle ginocchia, il panciotto lungo e rosso” e portava sulla testa “l’alto e tradizionale berretto di pelo color lepre, foggiato a mitra”.
I carrettieri e mediatori si distinguevano per aver conservato il fazzoletto da collo e per alcune forme assunte a stereotipo; i primi ” con scarpe larghe, capelo streto, cortelo in scarsela e tacuin pien ” Coltro 1975 ; i secondi con l’esibizione vistosa della catena dell’orologio al gilé ” (la cadena sulla panza) , per il modo di portare il cappello e di indossare la giacca.
L’abbigliamento qualificava in termini funzionali e simbolici le varie professioni…
nelle famiglie contadine estese il governo del vestiario e della biancheria era centralizzato: “la coga ha in consegna e custodia la biancheria di famiglia, la sua rattoppatura e la sua sostituzione con della nuova… Ella deve anche accumulare un poco alla volta la biancheria che sarà necessaria alle tose della famiglia per il momento del loro matrimonio”. Maresio, 1890.
Fonte
Arti e mestieri tradizionali (cultura popolare del Veneto)