IL CANALE DI SUEZ, un progetto veneziano già nel 1500. MA…
ANDREA BASO, veneziano scriveva tempo fa:
“Far una chava dal Mar Rosso che mettesse a drectura in questo mar de qua, come altre volte etiam fo rasonado de far: la qual chava se potria assegurar al una et l’altra bocha cum do forteze per modo che altri non potrian entrar ne ussir, salvo quelli volesseno el Signor Soldan…»:.
L’idea di scavare un canale navigabile tra il fiume Nilo e il Mar Rosso per raggiungere con le navi l’Oriente è venuta ai veneziani all’inizio del ‘500 come si legge nella minuta di un documento (24 maggio 1504) del Consiglio dei Dieci con cui affidava all’ambasciatore Francesco Tedaldi l’incarico di incontrare il sultano d’Egitto. L’opera sarà realizzata invece dagli Inglesi a fine Ottocento, che così si accaparravano tutti i vantaggi economici derivanti. Al posto di Venezia, come sarebbe potuto accadere in origine.
Ma all’epoca il Sultano d’Egitto, su pressione degli stati europei del nord che difendevano i loro interessi rappresentati dalla conservazione delle rotte atlantiche, rifiutò di dare il consenso alla realizzazione dell’opera, offerta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, completamente a sue spese.
Chiediamoci anche come mai la morte della Repubblica Veneta fu in pratica sottoscritta da tutta l’Europa conservatrice, al congresso di Vienna: Venezia fu sempre vista come come una presenza scomoda, unica Repubblica in una Europa di monarchi assoluti, i quali così poterono anche spartirsi quel che restava dei suoi traffici in Medio Oriente. Mors tua, vita mea.
Purtroppo quello è il principio che ispirò il loro comportamento, e per i Veneti tutti fu l’inizio di due secoli e passa di pellagra, miseria, e emigrazione. E di cancellazione della memoria. Proprio oggi è uscito fuori un tizio il quale in facebook affermava convinto, che i Veneti non avevano il “diritto” di essere rappresentati dal gonfalone, simbolo solo della repubblica di Venezia, non più esistente. Sic (!)