IL FERRO DELLA GONDOLA, SPIEGATO DA GIGIO ZANON.
Da un post di Elena Zanon
Giusto per chi non conosce il ferro della gondola. (estratto da una pubblicazione di Gigio Zanon) – Dolfin o Ferro di Prua :
Ho letto di un grosso errore che molti commettono al riguardo del “rostro” (perché tale era la sua funzione inizialmente) o “Ferro da Gondola”.
Vorrei entrare nel merito come studioso della Storia e dell’Arte di Venezia e con il conforto dello scomparso amico Nedis Tramontin che mi ha aiutato a scrivere il libro sulla costruzione della Gondola: dalle radici dei vari tipi di legno che la compongono (sette) alla barca finita e completa di ogni suo addobbo: “careghini”, “pusioi”, cimiero, remi e forcole ma soprattutto il “FERRO”. Tralascio per brevità – rimandando il lettore ad acquistare il mio libro un tempo presso l’Ente per la Gondola – sull’origine del ferro e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli. Inizialmente, data la instabilità della barca, esso serviva come un bilanciere e – diciamolo pure… – come una specie di “mirino” per il Kondostolo: perché era così che un tempo si chiamava il Gondoliere
. La forma del ferro è curvata ad “esse”, e tutti sanno che sta a significare il Canal Grande, quindi la parte superiore la “bareta, o Zogia, o Corno del Doge. L’archetto sotto il ponte di Rialto, i sei più uno denti i sestieri.
Ed ecco il primo errore: i sestieri sono stati ideati ai tempi del Doge Sebastiano Ziani nel 1170 e servivano per poter riscuotere meglio le “decime”, o tasse, da parte degli addetti. Ho detto SESTIERI, non SETTIERI! Infatti un tempo la Giudecca faceva parte del sestiere di Dorso Duro, poiché essa era solamente un’isola adibita ad orti, giardini, poco abitata: diciamo come le attuali Vignole. E’ nell’ ‘800 che la Giudecca viene riconosciuta come un ulteriore sestiere della Città. Ma allora i sestieri non sono più “sestieri”, ma “settieri”. Esatto: però quello della dicitura – come tutte la altre cose e tradizioni Veneziane è dura a morire.
ed ora arriviamo ai tre “CHIODI” che sono fissati nel mezzo dei “sestieri”. E’ sbagliatissimo al punto che si potrebbe configurare un’eresia il dire che rappresentano le isole della Laguna!!! Molti le chiamano Burano, Murano, Torcello, dimenticando altre isola molto più importanti come, ad esempio, Malamocco che fu la prima capitale Lagunare, o Poveglia, che a quei tempi aveva una floridissima comunità e molto considerata a Palazzo. Anche S’Elena era un isola…. Sappiamo, inoltre, che Venezia era stata dedicata alla Madonna fin dai primi albori. Infatti troviamo la sua Effigie nel circa il 90% delle icone, dipinti, sculture. Perfino la data della nascita di Venezia l’hanno fatta coincidere con l’Annunciazione della Madonna: il 25 marzo! Però di Nostro Signor Gesù Cristo di immagini e di ricorrenze ve ne erano poche. E come non ricordarlo se non nella sua Passione? Ecco che ai Gondolieri viene l’idea di ricordarlo con i tre chiodi della sua Crocifissione.
ECCO COSA SONO QUELLE TRE PICCOLE SCULTURE INSERITE FRA I DENTI DEL ROSTRO: QUALE RICORDO DELLA CROCIFISSIONE DI GESU’ CRISTO! Non di ipotetiche isole!
ricordate, infine, che Venezia è SEMPRE stata libera nelle pratiche religiose e del tutto svincolata dalla chiesa di Roma, però nel loro animo i Veneziani erano profondamente religiosi. E ogni angolo di Venezia lo sta a dimostrare: perfino nel “fero de la gondola”!!!
… il foro che si vede in questo ferro, un tempo serviva solo per far aderire lo stemma della casata in ambo le parti…. a quei tempi non c’era l’attaccatutto…. Gigio Zanon (foto Iosa Franco)
Vedo scritto “Canareggio” invece che Cannaregio come ho sempre saputo.
un refuso purtroppo il sito è “dormiente” non più gestito per cui dovrà sopportare l’oltraggio
Alessandro Marzo Magno scrive che il “ferro da gondola non rappresenta nulla” http://alessandromarzomagno.it/2017/06/14/gondola-ferro-cinque-sestieri/. Insomma dice che è una balla, un’invenzione, un “simpatico raccontino, probabilmente ottocentesco” per usare le sue parole. Ciò vuol dire che come storico è abbastanza discutibile. Nei dipinti del Canaletto, siamo nel 1735 circa, è ben evidente che el fero ha sei denti davanti.
ho riportato l’articolo del compianto Gigio Zanon come riporto la sua opinione.