IL LATO OSCURO DELL’ILLUMINISMO. DIDEROT VOLEVA SEZIONARE VIVI I CONDANNATI.
Diderot e il trattamento dei criminali
tratto da: Daniel ARASSE, La ghigliottina e l’immaginario del terrore, Xenia, Milano 1988, p. 11-12.
Alla voce «Anatomia» dell’Enciclopedia il buon Diderot giustifica la pratica della dissezione e rileva a questo proposito tutta la differenza tra un cadavere e un corpo sano e vivente; con buona logica filosofica egli esalta, forte di certi esempi antichi, l’anatomia medica del vivo piuttosto che del morto e, seguendo il «percorso del [suo] ragionamento», egli propone in nome del progresso medico che il supplizio dei criminali si faccia con la vivisezione.
All’eventuale rimprovero di inumanità che si potrebbe fargli, egli risponde molto esplicitamente in una pagina che bisogna leggere per cogliere secondo quali modalità poteva essere pensato il concetto di umanità nell’ultimo terzo del Secolo dei lumi:
«Che cos’è l’umanità se non una disposizione abituale del cuore a usare le nostre facoltà a vantaggio del genere umano? Posto ciò, che cos’ha di inumano la dissezione di un malvagio?
Poiché voi date il nome d’inumano al malvagio che vien sezionato, perché egli ha volto contro i suoi simili le facoltà che doveva usare a loro vantaggio, come chiamerete l’Erasistrato [medico di Alessandria del III sec. a.C., n.d.t.] che, superando la sua ripugnanza in favore del genere umano, cerca nei visceri del criminale utili lumi? […] Io mi augurerei che ci fosse l’usanza tra noi di abbandonare a gente di questa professione (chirurghi e anatomisti) i criminali da sezionare e che essi ne avessero il coraggio. In qualunque modo si consideri la morte di un malvagio, essa sarebbe altrettanto utile alla società in mezzo a un anfiteatro quanto su un patibolo; e questo supplizio sarebbe almeno temibile come un altro […].
L’Anatomia, la Medicina e la Chirurgia non troverebbero anche il loro vantaggio in questa condizione? Quanto ai criminali, non ve ne sono molti che non preferiscano un’operazione dolorosa a una morte certa (2); e chi, piuttosto che essere giustiziato, non si sottometterebbe sia all’iniezione di liquidi nel sangue sia alla trasfusione di questo fluido e non si lascerebbe o amputare la coscia dall’articolazione o estirpare la milza o togliere qualche parte del cervello, o legare le arterie mammarie ed epigastriche, o segare una porzione di due o tre costole, o recidere un intestino, inserendo la parte superiore nell’inferiore, o aprire l’esofago, o legare i vasi spermatici senza includervi il nervo, o provare qualche altra operazione su qualche altro viscere?