IL MARCHIETTO COL “LOVO” (LUPO) CHE GARANTIVA LA SCHIAVONA PERFETTA.
ERA UN MODO per garantire l’eccellenza del prodotto all’acquirente finale, che poteva trovarsi, per quanto riguarda le famose “schiavone” bellunesi, in ogni parte dell’Europa. Per dirvene una: la Scozia fu uno degli acquirenti più costanti delle nostre spade, tanto da assorbirne 40.000 pezzi in pochi decenni. In pratica, ogni buon scozzese ne portava una al fianco. Questo nella seconda metà del 1600. Periodo in cui la celebre spada assunse la forma con l’elsa ingabbiata in un “cesto” di ferro, che sappiamo.

In un libro alla cui stesura collaborai anche io, nel lontano 1997, edito dall’ass.ne “Armigeri del Piave” il marchietto del lupo di Passau nei secoli e la foto di una bellissima schiavona del 1650 (Da Cambrai a Campoformido, era il titolo del prezioso volume)
Ebbene, per contrassegnare le lame prodotte in loco, fin da epoche più antiche, i maestri spadai bellunesi imitarono il “Lupo di Passau” già usato in Germania agli inizi del 1200 “e riconosciuto alla corporazione degli armaioli di quella città dall’inizio del 1349 dall’Arciduca Alberto e in seguito contraffatto dagli armaioli di Solingen, data la grande richiesta di lame (di quella provenienza) sul mercato europeo. Anche in Italia, e precisamente a Belluno (la Solingen della repubblica veneta) si segnavano le lame con tale marchio. ” (Rodolfo Rotasso)
Nella foto il marchio del lupo di Passau nei secoli. Tempo fa mi è giunta la foto di un esemplare antico di scada schiavona , penso originale (?) che porta invece il marchio della “testa di gatto” (che imitava la forma della testa di pantera della Dalmazia veneta), il che potrebbe far pensare anche a una produzione locale delle celebri spade. Restiamo nel dubbio, non avendo altri elementi per suffragare tale ipotesi. Vero è che in un museo (a Perasto, mi sembra) espongono tali spade scrivendo sotto che eran prodotte in loco. Magari se fate una capatina là, dateci un’occhiata!