il reliquiario del cardinale Bessarione, il restauro.
Il Cardinal Bessarione, futore strenuo della riunificazione della chiesa ortodossa con quella cattolica, regalò a Venezia, città ponte tra oriente ed occidente, manoscritti e libri rarissimi, in greco e latino, che costituiranno il nucleo della futura Biblioteca Marciana , già all’origine a disposizione del pubblico di studiosi. Ma non si limitò a questo: volle donare alla città dove ora risiedeva un prezioso reliquiario bizantino, oggi oggetto di restauro accurato. Vi allego qualche foto e il link completo, val la pena dare un’occhiata. Quanto fascino… la nostra Venezia.
Il reliquiario della Vera Croce proviene dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia ed è di struttura complessa, realizzato con materiali diversi, nei secc. XIII-XV, le cui misure sono mm 470 x 320.
Sembra che alla complessità del manufatto corrisponda anche la complessità delle vicende ad esso legate, non ancora del tutto chiarite: il piccolo crocifisso in argento sembra essere stato il nucleo originale, commissionato forse da una Irene Paleologina.
Intervento
Il restauro del Reliquiario della vera croce del Cardinal Bessarione ha avuto dunque inizio lo uno smontaggio parziale, avvenuto nei giorni 29 e 30 novembre 2010 presso la Galleria dell’Accademia di Venezia, per consentire il rinvenimento dell’iscrizione in greco, in quel momento non ancora visibile, ma che sapevamo essere dislocata sul bordo della teca reliquiario a croce in argento dorato, grazie dalla documentazione che testimonia l’ultima lettura e trascrizione, risalente al 1767, ad opera di J. B. Schioppalalba.
Le fasi principali dell’intervento di parziale smontaggio sono state le seguenti: lo smontaggio delle cornici laterali e della cornice a forma di ‘U’, realizzato mediante leve costituite da spatole di varia misura e da alcune pinze adatte all’estrazione dei chiodini in rame, che serravano le cornici al supporto ligneo; lo smontaggio delle cornici modanate in argento dorato, poste intorno alla stauroteca e delimitanti le lastre in argento e le teche contenenti le reliquie; l’estrazione delle lamine in argento smaltate di blu, con applicazioni di rosette in oro, delle laminette auree sbalzate e dei cristalli graffiti e dipinti; lo smontaggio dei cunei in legno ed estrazione di piccolissimi chiodini in argento che impedivano la fuoriuscita della stauroteca entro lo scasso; l’estrazione della stauroteca in argento dorato con applicazioni dei dischi smaltati; la realizzazione della documentazione fotografica e dei filmati, contemporanea allo smontaggio; la sistemazione degli elementi distaccati sui corrispettivi livelli di smontaggio, realizzati con piani di plastazote ed illustrati con copie fotografiche dei prospetti del reliquiario interessati dallo smontaggio.
Una volta trasferita al laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure sono state affrontate diverse problematiche connesse a un’opera composta da materiali diversi, i cui esiti saranno presto esposti in seguito alla prima esposizione del restauro, che avverrà negli ultimi giorni di marzo del 2013, nell’ambito di Restituzioni 2013, mostra organizzata da Banca Intesa, principale finanziatore dell’opera.
video dell’estrazione
http://www.opificiodellepietredure.it/index.php?it/784/il-video-dellestrazione-della-crocehttp://www.opificiodellepietredure.it/index.php?it/784/il-video-dellestrazione-della-croce