IL TAMBURINO DI VILLA LATTES-DONA’ DELLE ROSE.. CI DICE MOLTE COSE.
E’ una ‘scoperta’ che feci su segnalazione di una giovane amica indipendentista, che aveva qualche conoscenza in villa e ce lo fece portar fuori per qualche preziosa foto.
Cosa ci dice, il bambolotto gigante? Era quasi un metro se ricordo bene.. Cosa rappresenta ? Rappresenta senza ombra di dubbio, un tamburino di metà ‘700, probabilmente riproduce fedelmente una “cernida”.
Cioè una truppa di leva locale, che veniva addestrata periodicamente nell’uso della armi. La data è certa per il tipo di uniforme priva di colletto, come si usava allora. Ha due ghette da fante e quanto al colore marron della ‘velada’, probabilmente era una scelta della famiglia nobile (all’epoca forse i Donà Delle Rose) che certamente contribuiva a finanziare l’armata per il vestimento e magari le munizioni per le esercitazioni periodiche.

tricorno posizionato alla “cazzo di cane”, ovvio. Ma è una foto trovata nel web
Il tricorno presentava due coccarde, in maniera erronea, ma nel corso degli anni è stato restaurato. Chi lo ha maneggiato avrà pensato che la presenza di una sola fosse dovuta allo smarrimento della seconda, ignorando molte cose in fatto di uniformologia. La coccarda era sempre unica, sulla sinistra. Da inizio Settecento per la fanteria era color azzurro, e ancora si intravvede, scolorito. Era il colore dei Veneti dei tempi antichissimi. La Repubblica riprese ad usarlo per l’esercito.
Per la villa rimando a
Istrana-Villa Lattes
″Costruita da Paolo Tamagnino nel 1715 su progetto dell’ormai affermato Giorgio Massari, costituisce la solenne testimonianza di un passato splendido e rientra nel prestigioso itinerario delle ville venete.
Non deve la sua fama a stucchi e affreschi, ad arazzi e pitture pregevoli; bensì alla propria architettura e alla presenza al suo interno di pezzi d’arte orientale e in particolar modo della rara e divertente raccolta di carrillons cui vanno le maggiori attenzioni di studiosi e amanti dell’arte.
Una signorile dimora a misura d’uomo, con colori morbidi e visioni luminose che, a quanto pare, si conciliano con gli estri pittorici e la macchina da presa
La facciata si presenta a due piani, completati sopra il cornicione da un rialzo centrale che rende abitabile il solaio e si conclude con un timpano. Quest’ultimo è collegato al cornicione da due ampie volute. Tutta la facciata presenta una equilibrata alternanza di linee rette (cornici e timpani delle finestre) e curve (le volute e gli archi delle aperture maggiori).
Dal corpo centrale si dipartono le ali delle barchesse, che con felicissima invenzione tipicamente settecentesca avanzano leggermente concave; la loro curvatura è continuata dal muro di cinta, a formare un’ellisse, che racchiude un giardino all’italiana dalle dimensioni proporzionate all’edificio.
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