Di Millo Bozzolan
dopo la frana, l’invaso della diga.
Quattro minuti. In quattro minuti si conclude, tragicamente, una storia iniziata 34 anni prima, nella valle di Erto e Casso, tra Veneto e Friuli. Nel 1929, Carlo Semenza, ambizioso ingegnere della Sade (Società Adriatica di Elettricità del Conte Volpi di Misurata), sceglie questo luogo per costruire la diga più alta del mondo.
Lo affianca il geologo
Giorgio dal Piaz, professore universitario di 57 anni e stimato decano dei geologi italiani. Scattano fotografie, fanno rilievi, raccolgono informazioni. La valle scelta dai due studiosi è formata da due montagne: il monte Salta, dove si trovano i paesi di Erto e Casso, e il monte Toc, sul versante opposto.
È sulle pendici del Toc, che formano un altopiano, che gli ertocassani hanno pascoli e campi. Alcuni hanno anche una seconda casa, lassù. Si coltiva mais, si allevano bovini, ci sono anche filari di viti: la gente del luogo sa bene che, sopra e sotto la piana, il terreno è soggetto a piccoli e continui franamenti. La toponomastica del luogo racconta proprio questa storia: “Vajont” vuol dire “viene giù”, “Toc” significa “pezzo, marcio”. Per i tecnici della Sade, però, non c’è luogo migliore per costruire la “banca dell’acqua”.
… un buon ripasso, sulla ferita ancora aperta nel cuore di quella povera gente del posto e di tutti i veneti, lo trovate qui.
http://dentroilvajont.focus.it/prima-della-frana-vajont.html
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