la Bandiera di guerra della Veneta Marina
di Dan Morel Danilovičh
Il gonfalone di San Marco, Bandiera da Guerra della Serenissima Repubblica di Venezia, custodito dalla fedeltà e difeso dal valore dei Perastini.
La descrizione fatta da Antonio Bassich perastino, del Gonfalone, è quella che si avvicina, senza fronzoli e fantasie, alla pura realtà. il termine Gonfalone, anticamente detto anche Confalone da qui Confalonieri, è un vessillo di norma rettangolare e appeso per il lato minore ad un’asta orizzontale a sua volta incrociata con una verticale.
Il Gonfalone da guerra custodito dai Perastini, consisteva in una bandiera Rossa con margini gialli e nel mezzo l’effige del leone alato che dal mare giungeva alla difesa della croce piantata su un macigno. Esso era il carroccio de Veneziani, ma veniva consegnato all’armata unicamente nelle imprese terrestri e marittime di Levante.
La guardia del Gonfalone, nei tempi di guerra, spettava esclusivamente alle dodici famiglie originarie dei Perastini. Vincenzo Ballovich, Monsignor Preposto alla Cattedrale di Perasto, fa risalire questo antico privilegio al giorno in cui il Capitano General da Mar Vittor Pisani ebbe bisogno, nel 1379 durante la guerra con i genovesi meglio conosciuta come guerra di Chioggia, dell’aiuto dei Perastini per impossessarsi della Cittadella di Cattaro. In tale occasione i Perastini si assunsero l’onere di penetrare nella cittadella e di piantarvi le insegne di San Marco.
Il modo con cui veniva formato il drappello alla difesa del Gonfalone è descritto nel Libro Verde della comunità di Perasto:
Il consiglio deve destinar una persona per Casada delle dodici, le quali eleggono un capitano… e un tenente tra i più abili della suddetta compagnia… dopo che saranno stati scelti, ogni capo di casata darà al suo uomo. Come sempre è stato praticato, verrà loro consegnato uno zecchino e prima di mettersi in viaggio, dovranno tutti assieme recarsi per la benedizione in Giesa, tutti armati, dal Signor Abate“. Tre giorni prima della partenza il capitano doveva “venire in consiglio a ricevere il bastone e la spada, accompagnato dalla sua compagna…”. Tra i compiti e di doveri del Capitano di Perasto e del suo tenente vi era il privilegio “…d’intervenire a tutte le tavole del Capitano General da Mar.
tratto dal libro/ fumetto “La Fortezza, Signa 1715” di Dan Morel Danilovich.