La barchetta de San Piero: una trazione popolare veneta.
Da "ETNOPOLIS"
La Barca (o Barchetta) di San Pietro è una tradizione popolare rurale lombardo/veneta, e consiste nell’usanza di porre, nella notte fra il 28 e il 29 giugno, vigilia della festa liturgica dei santi Pietro e Paolo, un bottiglione o un fiasco spagliato, riempirlo fino a metà di acqua, e di lasciar cadere al suo interno un albume.
Il giorno seguente, dopo aver riposto il fiasco in un luogo umido, al buio, si dovrebbero trovare nell’acqua delle strutture, formate dall’albume rappreso, che ricordano le vele e gli alberi maestri di una nave. In considerazione di come appaiono le “vele”, un tempo si poteva trarre buono o cattivo auspico di come sarebbe stata l’annata agraria.
COME FARE PASSO DOPO PASSO:
- Prendete un bottiglione, o meglio un fiasco spagliato;
- Riempitelo per metà di acqua, preferibilmente di roggia o fosso;
- Fate cadere al suo interno, con l’aiuto di un imbuto, l’albume di un uovo (meglio se fresco di giornata);
- Riponete il fiasco in un luogo umido e buio, in casa, sul balcone, nel giardino o nell’orto;
- Aspettate tutta la notte ed il mattino seguente secondo la tradizione al suono delle campane del mezzogiorno andate a controllare il fiasco.
- Se le “vele” risulteranno chiuse la stagione del raccolto potrebbe risultare “magra” al contrario se le “vele” saranno aperte si prospetta un raccolto ricco e prosperoso.
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La leggenda della Barchetta di San Pietro:
La mamma di San Pietro a causa di certi peccati finì all’inferno. Tutti allora deridevano il santo perché, pur avendo le chiavi del paradiso, non aveva salvato l’anima della madre. San Pietro, mortificato, presentò il suo caso al Signore che gli permise di far uscire la povera donna dalle pene dell’inferno. Quando però arrivarono schiere di angeli e arcangeli per tirarla fuori, tutti i condannati che erano all’inferno con lei si attaccarono ai suoi vestiti per poter andare insieme in paradiso. Ma la vecchia madre si strappava di dosso anche i vestiti perché voleva solamente per sé la gloria del cielo. Vista questa assenza d’amore per gli altri, San Pietro si rassegnò a lasciarla dov’era. Tutti i temporali vicini alla festa di san Pietro (29 giugno) sono provocati dalle anime dei dannati che ricadendo nell’inferno mandano sulla terra lampi di fuoco e tuoni spaventosi. E i nuvoloni più scuri altro non sono che i vestiti della vecchia egoista
“Favoleggiando: fiabe e leggende bresciane fra letteratura, storia e folklore” di Carla Boroni.
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Una risposta
[…] ze’ ea sera giusta. Aaa vigilia de San Piero, alla sera, dopo cena, a casa nostra, quando eravamo piccoli, la magia prendeva corpo, sebbene […]