LA CASA PADRONALE VENETA AD ODERZO TRA IL III E II SECOLO a.C.
Mi ha colpito molto, quando ho impaginato questo articolo, la somiglianza straordinaria della casa paleo veneta, agli edifici antichi che ancora si trovano in Germania, in Inghilterra, (specie nel Galles dove era presente una popolazione chiamata “Venedoti”) e in Normandia (Veneti di Gallia) ad esempio nei tetti (richiamo ai casoni nostri) e nelle travi incrociate murate nelle pareti. Segno di una comunanza di costumi tra Veneti e Celti.
di Giovanna Gambacurta.
L’L‘esempio più conservato si trova in Via delle Grazie e l’edificio si affacci direttamente su una strada costruita con gettate alterne di ghiaia fine e grossa, larga 7 metri.
La casa si articola intorno a un cortile dotato di un pozzo e di una vasca per la raccolta delle piogge, secondo un modello diffuso in ambito italico. Ambienti scoperti e coperti si alternano sul alto ovest, un vestibolo introduce in una stanza con un grande focolare. Il pavimento negli angoli scoperti è in ciotoli, in terra battuta negli altri locali…
La ricchezza di tale abitazione e la sua destinazione non solo abitativa ma anche commerciale sono ribadite dalla quantità e qualità dei reperti di importazione rinvenuti: un “aes rude” (lingotto di metallo grezzo, credo) segno di tesaurizzazione del metallo, una dracma leponzia, un pendaglio antropomorfo in bronzo e uno a forma di cuore, in osso, una placchetta di ambra, frammenti di ceramica antica e di ceramica daunia, uno dei pochi presenti nel Veneto.
Giovanna Gambacurta
Da “i Veneti dei bei cavalli” fascicolo illustrativo della mostra nel palazzo della Ragione a Padova
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