La Classe medica veneziana
Per secoli, prima di annettere Padova, Venezia aveva avuto un suo ceto altamente stimato di medici e chirurghi.
La loro corporazione si pronunciava circa le qualifiche necessarie all’esercizio della professione, esigeva dai suoi membri che evitassero qualsiasi legame economico con i farmacisti, e ordinava loro di riunirsi una volta al mese, medici e chirurghi insieme, per condividere e discutere i casi più interessanti.
Molti dei medici/chirurghi di Venezia erano in pratica ufficiali sanitari stipendiati dal governo.
Uno dei più stimati, tal Maestro Gualtieri, chiese licenza nel 1318 di fondare un asilo per i marinai anziani e malati. Stabilì che nessun chierico avesse mano nella sua gestione, forse per ragioni personali a noi ignote, forse perché proprio in quel tempo il più insigne prof. di medicina di Padova aveva subito una condanna postuma per eresia, e le sue ossa erano state esumate e bruciate.
Maestro Gualtieri funse da medico in capo per parecchie flotte mercantili e la sua instancabile assistenza alle vittime della guerra di Ferrara fu menzionata dal governo nel votargli determinati privilegi. La costruzione del suo ospedale per marinai lo caricò di debiti; il Maggior Consiglio continuò a favorirlo, ma nell’accordargli i prestiti nominò dei tutori per amministrare il denaro, in quanto il Gualtieri era ritenuto incline ad una certa prodigalità.
Appare da tutto questo il rispetto in cui i veneziani tenevano la loro classe medica; al tempo stesso gli stranieri di alta fama venivano accolti con favore e lautamente pagati. La facoltà medica di Padova divenne celebre (come anche quella di giurisprudenza) e a nessun’altra scuola medica dei domini veneti fu consentito di concedere lauree.
Lo studio della medicina portava ad indagare tutti i misteri della natura; portava all’astrologia e all’astronomia, poiché si riteneva che il moto degli astri avesse influenza sui vari organi del corpo.
Un professore, noto come Paolo Veneto, fece un viaggio di tre anni a Oxford, dove l’interesse per la medicina era molto vivo e al ritorno in Patria insegnò una nuova metodologia nello studio padovano fino alla morte, nel 1429.
Frattanto l’interesse per questa scienza era stimolato a Venezia da pubbliche lezioni, finanziate con fondi privati e tenute a Rialto. Queste divennero tanto popolari anche per opera di un energico ed ambizioso discepolo di Paolo Veneto al punto che il Consiglio dei Dieci dovette intervenire affinché rinunciasse al tentativo di organizzare i suoi studenti in modo da rivaleggiare con l’ università di Padova.
Venezia promosse sempre l’afflusso all’ università patavina e allo stesso tempo fornì fondi per attrarre professori illustri che richiamarono molti studenti da tutta Europa. Questa sorta di responsabile gestione della cosa pubblica era possibile soltanto in una repubblica poiché venivano lodate non solo le capacità di un individuo ma anche il suo spirito di partecipazione al bene comune.
Da: “Storia di Venezia” F. Lane
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