LA DONNA VENETA MANAGER DI 2500 ANNI FA. SINGLE E POTENTE. :)
Di Cinzia Dal Maso
ESTE – Era ricca, molto ricca, un’ industriale del tessuto nella migliore tradizione veneta. Era potente, godeva di un prestigio indiscusso. E forse era single. Diversamente non si spiega quella sua tomba grande, bella e isolata. Non c’ è uomo accanto a lei, non c’ è tomba di famiglia a tramandare il prestigio di una stirpe.
Chi ha mai detto che la donna veneta era tutta casa e chiesa? La tomba di Nerka Trostiaia, nobildonna vissuta a Este nel III secolo a.C., racconta una storia che sorprenderebbe anche noi oggi. Una storia che traspare, palpabile, da ogni particolare di questa sorta di casa in lastre di pietra fedelmente ricostruita al Museo archeologico di Este, il “tempio” indiscusso delle antiche genti venete.
Dentro la “casa”, le “stanze”. Da un lato la camera da letto, con la situla in bronzo contenente le ossa della defunta, ricche stoffe e splendidi gioielli in oro, argento, ambra, osso. Poi l’ angolo del banchetto con vasi, coppe, brocche, bicchieri. Al centro il simbolo della casa, il focolare, con gli alari, le pinze, e il coltello e l’ ascia per macellare gli animali al banchetto. Infine la “bottega” con tutti gli attrezzi simbolici in bronzo per filare e tessere (quelli veri erano in legno) e persino il telaio in miniatura.
Accanto, un bellissimo sedile in bronzo con decorati a sbalzo dei cavalli in corsa: i famosi cavalli veneti, ricercatissimi nel mondo antico. Non c’ è tomba tra le migliaia scoperte a Este e Padova, le due “capitali” indiscusse dei Veneti antichi, che possa competere con quella di Nerka.
Per farle spazio, il cimitero preesistente fu totalmente sventrato. I gioielli celtici, i vasi etruschi da banchetto e il cratere attico che campeggia all’ esterno parlano della mentalità “internazionale” della nostra signora. E la sua importante bottega era forse un vero atelier. Chissà se la nostra Nerka era una “firma” dell’ epoca.
Dopotutto, le venete erano famose per le loro vesti ricche e raffinate. Vesti che venivano chiuse in vita da cinturoni in bronzo stretti, pesanti e decoratissimi. Esaltavano le forme. «Per essere bella devi soffrire», dicevano le nostre nonne. E pure le nostre antenate. Perché le Venete erano sì madri di famiglia e signore del focolare, ma seguivano da vicino il marito in tutti i suoi impegni pubblici.
Delle perfette first ladies, che assolvevano appieno il compito di esibire il prestigio e la ricchezza della famiglia con un guardaroba sempre aggiornato e gioielli raffinati, all’ ultima moda. Sapevano anche scrivere, scrivevano tantissimo. Basta immergersi nell’ atmosfera ovattata della sala dei santuari al museo di Este, per vedere le migliaia di stili scrittori in bronzo dedicati alla dea Reitia, la signora del pantheon veneto (una donna~).
Portano inciso il nome delle donatrici, tutte donne. E le tavolette con l’ alfabeto dicono che al santuario c’ era una vera e propria scuola di scrittura, forse per giovani sacerdotesse. Donne potenti, indipendenti, intraprendenti. Ma chi erano queste Venete così singolari? E chi erano i Veneti, popolo ricchissimo e anomalo nell’ Italia antica?
Ne parlerà l’autrice prossimamente 🙂 CINZIA DAL MASO
Bellissimo articolo e molto interessante.
GRAZIE
Grasie! A’l ze on bel artìgoło. Strucon de on veneto braziłian!