LA GIUSTA VISIONE DELLA VICENDA STORICA DELLO STATO VENETO
L’HO TROVATA nella prefazione del lavoro di Giovanni Distefano, e ve la voglio riproporre. Val la pena leggerla.
Questo libro (Atlante storico della Serenissima) propone una lettura che parte dalla leggenda, percorre i sentieri della storia, e finisce là dove inizia una nuova e diversa epoca: dalla fondazione alla nascita della Repubblica, dal suo triofo come potenza coloniale, capace prima di creare uno stato da Mar, e poi uno Stato da Tera, alla sua conclusione politica, quando il vento della democrazia arriva in laguna e sulla rinuncia volontaria di quella che è stata una grande potenza nazionale ed europea nasce una nuova vita, inizia una nuova storia: con un atto di grande saggezza, inteso a salvare Venezia e i suoi abitanti dagli orrori della guerra, l’ultimo doge sceglie la via ‘eroica’ della rinuncia al potere in cambio della pace, propone l’abdicazione dell’aristocrazia in favore della democratica Municipalità Provvisoria, proprio perché la storia continui, sia pure in altra forma.
Tuttavia, il tradimento del ‘liberatore’ Buonaparte che a Campoformido smembra la vecchia Repubblica e cede Venezia e il Veneto all’Austria, pone fine a una storia millenaria. Fiumi d’inchiostro si sono poi sprecati per buttare tutto il fango del mondo sui patrizi e soprattutto sull’ultimo doge, ritenuto il vero colpevole di questa situazione, ma senza il tradimento di Bonaparte, entrato nel territorio della Repubblica come amico, e con tanto di accredito del Direttorio, l’abdicazione del doge sarebbe stata celebrata e benedetta (Cessi).
Si chiude un ciclo storico e per Venezia incomincia il periodo della dominazione straniera, sotto gli austriaci prima, i francesi poi, e ancora gli austriaci, finché le vicend estoriche non la consegnano all’Italia.
Caro Millo permettimi di non concordare con le tue idee sulla fine ingloriosa della Serenissima.Tutto il processo di dissoluzione del tessuto politico dello stato Veneto non era frutto dell’ultimo anno dell’invasione di Napoleone, bensì di una incomprensibile ritirata da tutta la scena politica internazionale di Venezia nella seconda parte del 700. La più stretta neutralità internazionale era il comando, che poteva andare anche bene,ma non senza alcun accordo con altre potenze europee (Inghilterra, Russia, Sassonia) che potessero bilanciare gli sguardi famelici Austriaci, Francesi, Turchi, sulla poco bellicosa Repubblica. A questo problema si sommava lo stato di grave detrimento economico e corruzione che era presente nella nobiltà più piccola; e l’impossibilità di avere validi ricambi nella conduzione dello stato per mancanza di un numero consistente di nobili preparati e finanziariamente indipendenti. Questo derivava dal veto assurdo di far partecipe alla gestione dello stato alla nobiltà “de Tera” cioè ai nobili delle grandi città come Padova, Treviso, Vivenza, Verona , Brescia etc, espressione anche del territorio. Lo stato veneto con il brigante Napoleone era pertanto asfittico, senza alleanze internazionali, senza nessun piano per contrastare le invasioni straniere, basandosi solo sulla amicizia e Neutralità.Infatti era diventato amico dello stato rivoluzionario francese (cosa inaudita per le altre potenze), e come tale prima strapazzato da Napoleone,nella lotta contro gli Austriaci, poi conquistato e depredato di ogni ricchezza e quindi venduto agli Austriaci. A mio modesto parere mi par di assistere ad un anticipato 7 Settembre del 1943 giorno ignominioso della nostra Storia.