LA MADONNA CHE PERSE UN BRACCIO A PROTEGGERE I VENETI, SUL GRAPPA
Come uno dei tanti combattenti, la Madonnina che il grande papa Pio X aveva benedetto dopo una salita storica a dorso di mulo, sulla cima del Grappa, fu colpita nel corso di aspri combattimenti e qui ne narrano la storia. Era stata posta a protezione della Gente Veneta come è scritto anche nel mosaico che sovrasta la sua cappella e questa è la sua storia bella e commovente:
Cinquant’anni or sono — il 14 gennaio 1918 — durante un furioso combattimento sulla cima del Grappa venne colpita e resa mutilata la statua della Madonna che si ergeva su un sacello edificato sui luogo dell’attuale Monumento-ossario.
Da una recente pubblicazione del prof. Antonio F. Celotto («Monte Grappa », edita nel 1966 dalla Tipografia Minchio di Bassano) abbiamo potuto apprendere altre interessanti notizie che riteniamo di riportare per i nostri lettori pur essendo a tutti nota la vicenda della cara Madonnina.
Va premesso che, alla fine dello scorso secolo, l’Episcopato italiano propose di consacrare a Cristo Redentore le cime delle più alte montagne; per il Veneto fu scelto il Grappa, e il Patriarca Giuseppe Sarto (divenuto Papa Pio X e poi proclamato Santo) propose che in luogo della croce — come per le altre montagne — venisse elevato sul Grappa un sacello con la statua della Vergine.
La Cappella venne costruita in pietra rossa del Grappa (in quanto la mancanza di strade non consentiva il trasporto di materiali dal piano) ma la roccia del monte non si prestava a realizzare anche la statua.
Fu Don Sebastiano Favero a trovare a Lione una statua della Madonna col Bambino benedicente — in ghisa bronzata, vuota e costituita da tre separabili elementi che potevano venire trasportati a dorso di mulo — e l’Immagine giunse a Borso dalla Francia nel novembre del 1900 restandovi custodita in canonica fino al successivo luglio.
Il Sacello e l’ Immagine vennero benedetti il 4 agosto 1901 dal Patriarca Giuseppe Sarto (salito a dorso di una muletta bianca dopo aver pernottato, a circa metà della salita, in una umile casera da montanari); erano presenti alla cerimonia circa seimila persone.
Quando la statua rimase mutilata i nostri soldati la trasportarono nella chiesa di Borso del Grappa e poi a Crespano nella cui parrocchiale rimase esposta alla venerazione dei soldati e della popolazione. Concluso il conflitto, la statua fu presente alle mostre di guerra realizzate a Bologna, Genova, Padova e Bassano, e infine a Venezia ove i danni vennero riparati ad opera del Munaretti — in modo da lasciare evidenziati i segni delle ferite ricevute.
La sacra Immagine — tanto cara ai combattenti del Grappa e alle popolazioni della zona — venne ricollocata sul Monte, tra i Caduti di ogni bandiera, il 4 agosto 1921.
Ora è tornata a casa, ora a vigilare sul riposo eterno dei “ragazzi” di allora, di ogni nazione, uniti nel sacrificio supremo.