LA “MARCIA DELLA MORTE” DEI MILITARI VENETI, CATTURATI DAI FRANCESI NELLA PRIMAVERA DEL 1797.
Di F. Mario Agnoli
Traggo queste interessanti notizie dalla nota 6 del cap. 5 del libro “Napoleone e la fine di Venezia” di Francesco Mario Agnoli. L’indubitabilità delle fonti, di parte municipalista, ci permette di avere un quadro certo del loro amaro destino.
“Il 6 maggio 1797, nel momento in cui stavano per decidersi definitivamente le sorti di Venezia, il Bonaparte scrisse al Generale Berthier di dare ordine che “tutti i soldati Veneziani, che sono stati fatti prigionieri, siano trasferiti in Francia, che tutti gli ufficiali, i generali, colonnelli, tenenti colonnelli, capitani siano messi nel Castello di Milano; i tenenti, sottotenenti, cadetti al Castello di Pavia. Incaricate un ufficiale superiore di interrogarli. Devono essere considerati come degli assassini e non riconosciuti dal loro Principe. Mi renderete conto del loro interrogatorio”.
(la lettera è conservata presso il Service Historique de l’Armée de Terre, Chateau de Vincennes -B3/44-).
Cinque giorni dopo lo stesso Bertier, per ordine di Bonaparte, chiede al Kilmaine di far partire per i Forti di Torlona e Pizzighettone i prigionieri di guerra carcerati nei Castelli di Milano e di Pavia in attesa o di scambi con prigionieri francesi o del trasferimento in Francia, (Corrispondenza, doc. 1755).
A sua volta, il cronista veronese Bortolo Del Bene, nominato dopo “la democratizzazione” della città Segretario di quella Municipalità provvisoria, riferisce di “2700 nazionali condotti via prigionieri dai francesi, i quali tornarono in meno di mille, essendo morti tutti gli altri dal disagio, dalle fatiche e non pochi barbaramente uccisi a fucilate quando per la stanchezza non poteano più camminare, come fu raccontato senza diversità da quei che tornarono”.
(Avvenimenti successi in Verona negli anni 1797-98 a cura di G. Biadego, Verona 1888, p.20 s.). La notizia è assolutamente confermata dallo storico risorgimentalista U. Da Cuomo, che riferisce che il 29 aprile passarono da Brescia 2500 prigionieri veneziani con 128 ufficiali (La Repubblica Bresciana, Bologna 1926. p. 101).
Mario Agnoli