LA PATRIA DEL FRIULI, I SAVORGNAN E VENEZIA, ALL’INIZIO DEL ‘500.
Di Millo Bozzolan
Lo storico Sir John R. Hale ben delinea in poche righe il complesso rapporto della terra friulana con Venezia. La nascita delle prime “Cernide”, chiamate alle armi dai Savorgnan.
“…La più interessante, e la più controversa, tra queste famiglie era quella friulana dei Savorgnan, che possedevano proprietà tanto estese, e tanto pullulanti di privilegi feudali – che le esimevano dal controllo del governo – e di legami e di rivalità e consorteria, da fare di buona parte della “Patria” uno stato cuscinetto semi-indipendente, piuttosto che una parte integrante della Terraferma. Con lo scoppio delle ostilità nel 1509 (guerra di Cambrai) fu proprio il fatto che Antonio Savorgnan controllava una numerosa popolazione contadina ad indurre Venezia ad affidargliene l’organizzazione militare e il comando.
In luglio le voci sulla sua presunta infedeltà, fatte circolare dalle consorterie rivali – in particolare i Della Torre – portarono a un concitato scambio di lettere tra il Luogo tenente del Friuli e il Consiglio dei Dieci…In ottobre…il Savorgnan fu investito anzi del feudo di Castelnuovo, dopo averlo riconquistato ai tedeschi col solo aiuto dei suoi contadini. Da quel momento in poi, però incominciò ad anteporre i suoi interessi locali a quelli veneziani in modo tanto plateale da schierarsi, nel 1511, dalla parte dei tedeschi; le sue proprietà furono confiscate e sul suo capo fu messa una taglia; nel 1512 fu debitamente versata agli uomini che l’avevano assassinato a Villaco, mentre usciva da una funzione nella cattedrale”
Al contrario di Antonio, Girolamo Savorgnan non tradì mai Venezia, anche se le onorificenze a lui conferite, contrarie alla tradizione veneziana, suscitarono non pochi malumori tra il patriziato del Dogado…
Mentre dirigeva l’assedio di Marano, nel 1514, le sue lettere al doge si dilungavano in modo sempre più concitato sulle devastazioni inflitte dai tedeschi ai suoi raccolti, e ai suoi contadini. Eppure il suo primo pensiero era per l’andamento dell’assedio; la protesta per il ritardo dell’arrivo dei rifornimenti gli ispirava l’accento semiserio alla preferenza accordata da Venezia ai comandanti forestieri: = Vero è che io non son nato né in Reame, né in terra di Roma, ma pure spero, così vil Friulano come io sono, fate onore alla Serenità Vostra = …ma tuttavia trasudava entusiasmo per l’impresa: = Ci partiremo dunque così vilmente da questa impresa senza fare un assalto ai nemici?…= “