LA SOCIETA’ VENETICA, LA SUA DIVERSITA’ di Edoardo Rubini
«I popoli di origine venetica, pur parlando assieme ad altri lingue indoeuropee, si differenziano in modo decisivo dagli altri popoli indoeuropei per la loro matrice preistorica. L’organizzazione sociale dei popoli venetici, già da tempo immemore, è formata dalla comunità del villaggio, con campi divisi che appartengono alle singole famiglie. Quella dei popoli celtici e germanici era, invece, formata dalle comunità di parentela (in tedesco: Sippe), mentre nell’Europa meridionale dominava la grande famiglia, o clan. In modo simile, la grande famiglia – detta “produttiva” – era tipica anche presso i Latini e gli antichi Greci, che la chiamavano Ergasterion; essa si basava sull’autorità assoluta del padrone (patria potestas). La famiglia venetica era invece basata sull’autorità sia del padre che della madre.
Ladiscendenza della stirpe poteva continuare, con tutto il lascito dell’eredità, sia in linea maschile che in linea femminile». «La donna nella società venetica aveva pari diritti dell’uomo, la sua significativa posizione deriva dalla precedente cultura matriarcale preindoeuropea» 9.
Solidi elementi etnologici dimostrano come i Veneti antichi abbiano trasmesso un ricco lascito culturale, sia sul piano delle tradizioni che su quello fisico-territoriale. Un’inconfondibile traccia è costituita dalla persistenza nei secoli dell’albero di tiglio nei paesi delle regioni dove più si è diffusa l’arte delle situle durante l’Età del Ferro: Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Istria, Carinzia, Stiria, Tirolo, Slovenia, ma anche Baviera e Baden-Württemberg. Questa pianta definiva il luogo della vita comunitaria: un tempo circondata dai banchi di pietra, essa irradiava la luce divina sulla vita pubblica.
9 Vedi più estesamente in ŠAVLI, BOR, TOMAŽIČ, I Veneti