LA STELE FUNERARIA VENETA DI CAMIN.. E I PRANZI DI OTTOBRE CON L’ANATRA
STELE DI CAMIN (PD) posta su una sepoltura, mostra una donna venetica, coperta dall’ampio scialle, che porge un’anitra al marito in veste di viandante che intraprende il viaggio per l’aldilà. L’anitra era raffigurata spesso, in quanto animale sacro, che univa l’acqua, la terra, il cielo, i tre elementi dell’universo in cui lei viveva.
Interessante la scritta: all’inizio o alla fine, a seconda che si incominci da un verso o l’altro, si leggono quattro lettere messe di seguito: R A K A che è il termine usato in slavo per quel volatile. Coincidenze? sarà, però lo stesso succede ad esempio col termine indicante “reumatismo” (ora non ricordo qual’è), trovato scritto in lamine votive, più volte, gettate come ex voto nelle acque termali di Lagole e di Abano.
L’anitra poi, ancora nel Veneto contadino di pochi anni fa, veniva uccisa e mangiata a ottobre, questo da tempo immemorabile, poiché era ingrassata e fatta crescere con le erbette che crescono sulla superficie dei fossi durante l’estate. A ottobre avvenivano i riti propiziatori dell’inizio dell’inverno. ne sono traccia le sagre che ancora oggi si tengono in quel mese. La Sagra di Noventa Padovana, borgo vicinissimo a Camin, si ricollega probabilmente a quei riti antichissimi.
Mi ricorda questa tradizione i pranzi di nonna Lucia, nativa proprio di Camin… la aiutavo a raccogliere le erbette acquatiche che coprivano col loro verde molto chiaro la “crosara” (l’incrocio di due fossi) vicino a casa sua, durante l’estate. Servivano a nutrire “l’anara” (l’anitra) fino ai primi di ottobre. Allora, divenuta adulta, diventava la protagonista involontaria di un rito probabilmente antichissimo: finiva cotta per il pranzo che avrebbe riunito la famiglia della nonna. Figli e nipoti, nuore, tutti a casa sua, per la sagra di Noventa, le cui origini probabili si perdono nella notte del tempo. L’inizio della stagione autunnale, la chiusura di un ciclo.
Se è vero che l’anatra – e l’oca – sono tipici animali che si mangiano in autunno, con apposite feste, anche es. in Slovacchia – e ciò mi pare molto “veneto” – non mi risulta che “raka” sia il termine slavo per tale animale (es. in slovacco è kačka). Parlo per esperienza diretta.