LA STOLA D’ORO PER IL’EROE DI SAN MARCO FLANGINI
Abbiamo detto che il Cavalierato di San Marco fu l’unica onorificenza concessa per atti di eroismo o per meriti comunque speciali, ai Veneti. Ma per i Nobili il Cavalierato aveva una forma particolare. Pochissimi, solo 20, furono riconosciuti degni, e tra questi Lodovico Flangini che, appena preso il comando della sua squadra navale, fu colpito dal nemico. Era agli ordini del grande Andrea Pisani.
Il mio cruccio grande è che le loro statue, uniche nella terraferma veneta, ospitate nel loggiato dei Rettori a Feltre, malgrado la mia segnalazione, siano rimaste senza una targa identitaria, dopo i vandalismo dei francesi. Nessuno mi ha voluto dar retta, malgrado le prove evidenti portate: due stampe d’epoca che li ritraggono, in un libro del Molmenti, che parla della flotta veneta.
Gualtiero Scapini Flangini ha scritto:
Dal mio libro “FLANGINI”: Flangini voleva rimanere sul ponte di comando per dare ordini fino al suo ultimo respiro, ma la sua mortale ferita frenò l’offensiva e si lasciò alla flotta ottomana il tempo di rifugiarsi nel porto di Stalimene. L’ammiraglio morente formò una linea di battaglia ma gli ottomani si ritirarono. Poi Lodovico Flangini, ormai morente, ordinò che lo portassero in coperta, a poppa della sua nave, e lì, incitando i suoi a continuare a combattere: “ Vardè, San Marco ne aiuta!”, come Epaminonda, spirò. Per la sua morte eroica suo fratello Costantino, per decisione del Senato Veneto, ricevette l’ambita Stola d’oro dell’Ordine di San Marco e fu ordinato Cavaliere di San Marco. L’Ordine della Stola d’Oro di San Marco fu creato per distinguere i patrizi da tutti gli altri cavalieri decorati con l’Ordine di San Marco.
La Stola d’oro consisteva in una fascia in broccato d’oro a fiori, passante dalla spalla destra sul fianco a sinistra. Era completata da una medaglia, come una spilla da infilare sull’abito. Il Senato Veneto la utilizzava per distinguere i suoi membri degni di portarla per meriti militari. Il numero dei personaggi premiati fu approssimativamente di 20 e la decorazione era ereditaria e poteva essere concessa anche ai discendenti fino a ché la Serenissima Repubblica non ne revocasse l’uso.
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