LA VITTORIA DELLA MARINA AUSTRO VENETA A LISSA, IL MONUMENTO AI CADUTI VENETI, PRIGIONIERO DEGLI ITALIANI
MILLO BOZZOLAN
Le navi italiane non riuscirono nemmeno a schierarsi in formazione di battaglia ( l’ammiraglio Persano, in quel particolare momento, stava abbandonando la sua nave per trasferirsi su un’altra) e gli austriaci, avanzando a cuneo, affondarono il “Re d’Italia” e la “Palestro“.
Dopo tale fulgida vittoria venne concessa una medaglia d’oro a Vincenzo Vianello di Pellestrina, timoniere a bordo del “Ferdinand Maximilian” che speronò il “Re d’Italia” . A lui l’Ammiraglio Tegetthoff si rivolse in veneto, nel momento cruciale con un : “Demoghe dentro, vecio!” nella lingua che era in uso a bordo fino al 1918. Le cronache ci riportano anche il nomignolo del Vianello, detto “el gratòn” … non indaghiamo perché :D. Altra medaglai d’oro fu concessa a Tommaso Penzo da Chioggia. Ai marinai della provincia di Venezia furono concesse ben 43 medaglie d’argento, 4 a quelli di rovigo, 6 a quelli di Udine.
A memoria dell’avvenimento l’Austria fece erigere un monumento celebrativo a Lissa: un bel leone addormentato e sotto di esso i nomi dei caduti. Con l’occupazione italiana dopo la Grande Guerra, il bel leone fu “catturato” e la Domenica del Corriere dedicò una tavola all’avvenimento, quasi fosse una gloriosa rivalsa, mentre fu un’offesa a quei morti e a quegli Eroi che meritavano solo rispetto. Lo si inviò alla Accademia Navale di Livorno, e lì rimane, nascosto al pubblico tanto che non è possibile portare neanche un mazzo di fiori alla memoria dei caduti. Infatti facemmo domanda in tal senso, con altri amici veneti, al Comando e dopo mesi ci risposero picche.
Il monumento è costituito da un basamento a pianta rettangolare sormontato dalla statua del leone di San Marco, raffigurato morente con la bandiera austriaca tra le zampe; il basamento reca iscrizioni incise: sulla fronte la dedica alla vittoria italiana nel 1918; sui fianchi sono incisi i nomi dei 38 Caduti austriaci.
Poveri caduti, eroi vilipesi, ora ostaggio quasi come prigionieri di guerra, di un’Italia che pare voglia riscrivere anche la storia vincendo battaglie che ha perso. Il leone morente in realtà rappresenta i combattenti in genere che si immolarono come sono rappresentati anche in altri monumenti in Europa (Austerlitz, Lipsia, etc. ) La dedica alla vittoria italiana del 1918 è un insulto a quei poveri mostri austro-veneti.