LE CERNIDE DELLA REGGENZA DEI SETTE COMUNI di Asiago.
Millo Bozzolan
Nel 1603, malgrado l’invito alla Reggenza a provvedervi, di qualche anno precedente, del “Principe” veneziano, i Sette Comuni erano ancora senza una Milizia organizzata, ed ecco una puntuale Relazione del Capitano di Vicenza Niccolò Pizzamano datata 1603:
godono diversi privilegi d’esenzione, con obligatione però di salvaguardare e difendere tutti li passi delle montagne loro per dove di Alemagna in Italia si può venire; questa è gente d’essere tenuta cara, non solo per essere obbligata a diffesa delli confini, ma per essere fidelissima et quando questa mancasse quelle montagne et confini si perderebbero senza fallo, essendo quei popoli sempre dei primi ad esprimersi ad ogni operatione che occoresse di farsi contro austriaci finitissimi, che ben spesso turbano quella giurisditione, et sicome questa è gente per natura forte et buona alla militia, è però disarmata et senza disciplina. Non credo che in tutti i Sette Comuni si trovino 100 arcobusi et la gente non li sa adoperare et se vanno contro li finitimi (i confinari) portano spintoni (lance) et altre armi d’asta.
LE CERNIDE DELLA REGGENZA DEI SETTE COMUNI Cacciavillani.
nella foto, mia ricostruzione della divisa settecentesca, in base alla descrizione riportata dal canonico Bortoli.