LE CERNIDE: LA MILIZIA TERRITORIALE NATA DALL’ESEMPIO DELLE MILIZIE MONTANARE
Parlare di queste cose ora che siamo sotto uno stato centralista, burocratico e asfittico è come parlare dei marziani.. ma tra le tradizioni dello stato federale veneto esisteva pure una milizia armata, con leva territoriale. Tutto prese impulso dalla guerra di Cambrai, grazie all’esempio precedente delle milizie cadorine e montanare in genere.
Sembra rilevante, per dimostrare come nella sostanza l’organizzazione delle Ordinanze per l’intero Dominio sia di diretta derivazione dal modello cadorino (e della Milizia d’Asiago), riportare un episodio risalente ai primi anni della Dominazione .Si ricorda che “il 13 luglio 1431 il Consiglio del Cadore ordinò per la domenica seguente l’adunata dei militi di ciascun “centenaro”.
Ogni uomo doveva intervenire con l’arma che aveva in consegna. Pena, per gli inadempienti, cento soldi. In tale circostanza lo stesso Consiglio ordinò di apprestare 5.000 gavettoni, le munizioni allora usate per le balestre, dette anche quadrelle. Ordinò pure l’acquisto di 200 azze, cioè armi d’asta. Per una esercitazione particolare, indetta il 7 giugno 1435, per il controllo dell’efficienza delle armi, fu stabilito un premio, detto “palio” che sarebbe spettato al vincitore della gara “al tiro al bressaglio” come si diceva allora.
L’occasione prossima dell’organizzazione di una milizia territoriale si ebbe dopo mezzo secolo di ” pace veneziana” durante la cosiddetta “guerra roveretana” del 1487. Quella strana guerra mai dichiarata, combattuta con imboscate e razzie senza mai alcun scontro frontale, chiusa con un trattato di pace che somiglia più a un accordo commerciale. Fu stabilito tra l’altro “che tutti li mercanti venetiani, molestati alla Fiera di Bolzano fossero riparati dentro il termine di un mese”
Durante una delle molte incursioni degli “arciducali” nella Valsugana, gli invasori erano stati fermati dalle spontanee imboscate dei “territoriali” messisi in difesa armata prima che le compagnie a “condotta” (soldati professionisti mercenari) corressero a proteggerli.
Furono episodi locali, la cui importanza non sfuggì agli attenti provveditori veneziani del tempo, né al comandante dell’armata Roberto di Sanseverino, che ne fu indotto ad elaborare un piano per la conquista di Trento, fondato proprio sulla valorizzazione delle forze locali che ben conoscevano quel territorio montano. Non se ne fece nulla per motivi politici del momento, ma gli episodi di difesa territoriale non sarebbero mai stati dimenticati, quando una ventina di anni dopo, doveva scatenarsi l’inferno della Lega di Cambrai.
Tratto da “Lo stato da Tera” della Serenissima di Ivone Cacciavillani