CAMBRAI: LA FEDELTA’ A SAN MARCO DEI POPOLANI, ANCHE IN TERRAFERMA
Venezia, occupando la Terrraferma, in realtà aveva fatto rinascere l’antico “Venetorum angolus “, di antica memoria e la messa alla prova della compattezza del nuovo stato avvenne con la guerra di Cambrai. Anche a Verona si ripetè lo schema di altre città. il popolo compatto per Venezia, pochi nobili schierati con gli imperiali: ecco come Alvise Zorzi descrive quell’atmosfera.
A Verona i nobili erano nettamente divisi tra due Gruppi “i marani” che tenevano per l’impero (e l’appellativo che li designava la dice lunga su quanto erano impopolari ndR, ) e i “martelossi2 che si professavano devoti a Venezia. Ma era stato il senato a consigliare la resa agli imperiali senza aspettare l’arrivo dei francesi.
Gli imperiali erano arrivati e il popolo aveva gridato: “Viva san Marco!” in faccia ai nobili marrani che li acclamavano; i popolani di san Zeno avevano recuperato i pezzi di un leone alato, l’avevano portato in processione nel loro borgo dove l’avevano devotamente seppellito.
Anche a Vicenza i nobili che gridavano “Impero!” si erano scontrati violentemente con i popolani di Borgo san Pietro che gridavano “Viva san Marco! “. A Padova i popolani di Santa Croce e quelli del Portello si erano opposti ai soldati di Massimiliano. A Treviso poi, dove Trissino si preparava ad un ingresso trionfale, una sommossa popolare aveva costretto i nobili che lo avevano invitato, a nascondersi e la città era rimasta nelle mani della Serenissima.
Il popolo delle città era dunque appassionatamente “marchesco” , cioè partigiano di Venezia. A Sacile gli abitanti avevano cacciato i tedeschi, malgrado la fuga precipitosa del podestà veneziano.
Ma i contadini, i poveri villani, era se possibile, ancora più marcheschi: a Oriago e a Gambarare, in territorio padovano, avevano espulso in malo modo i rappresentanti padovani filo imperiali e chiamato i veneziani.
Nicolò Macchiavelli, al seguito degli imperiali come osservatore, aveva assistito alla scena in cui un povero diavolo, minacciato di tortura, aveva dichiaro di preferire la morte da “marchesco” piuttosto che tradire il Leone e aveva concluso che finché c’erano villani come quelli, gli imperiali e il papa avevano poche possibilità di vittoria.
pagg. 191-192 di “san Marco per sempre” Alvise Zorzi collana Oscar storia Mondadori
Meditate, veneti, meditate…