LE “FRATERNE” E LE “COLLEGANZE” TRA CAPITALISMO DI FAMIGLIA O COMUNITARIO
Interessante questo brano, che propone due esempi di capitalismo antico tra i Venetici. Uno si sviluppò in famiglia, l’altro era aperto a tutti (quindi con l’impronta egalitaria tipica dei Veneti) e fu di stimolo enorme allo sviluppo mercantile lagunare.
Nasce alla fine del primo millennio “una efficacissima organizzazione mercantile le cui basi sono la fraterna e la colleganza. La prima è una delle forme più arcaiche di organizzazione economica tra membri della stessa famiglia che mantengono indiviso il capitale ereditato per accrescere di generazione in generazione la massa delle ricchezze accumulate negli affari”.
La Colleganza invece è un’associazione temporanea di capitale e lavoro tra persone di diversa origine, “probabilmente un perfezionamento di contratti bizantini, musulmani ed ebraici che consente a chiunque, ai poveri e ai ricchi – di portare il proprio contributo all’avventura commerciale comune, e di moltiplicare le occasioni di guadagno suddividendo i rischi”.
La Colleganza si stipula particolarmente con un singolo viaggio commerciale tra un socio che non si sposta e uno che farà il viaggio, (socio attivo). Il socio sedentario apporta i due terzi del capitale, quello che parte, un terzo.
Il capitale viene investito in merci acquistate a Venezia, e rivendute nel luogo lontano previsto; il primo ricavato è reinvestito in merci esotiche, spesso specificate in anticipo, che sono rivendute al ritorno; il guadagno o anche la perdita vengono ripartite tra i due soci”. Ma ci può essere anche un agente che non apporta capitale ma fa il viaggio. in tal caso si accontenterà di 1/a del ricavo.
La partenza avviene di solito in primavera, ma anche in agosto e si fa ritorno in autunno dato che il mare in inverno era interdetto. E’ una vita di viaggi e piena di rischi, a cui i venetici sono abituati e che reggono anche grazie a una grande fede religiosa, con due principali santi di riferimento, all’epoca: san Nicolò patrono dei navigatori, e san Marco patrono della città. I venetici conoscono il mare, i porti… sanno combattere per mare e per terra, conoscono le lingue, il valore delle merci per antica loro consuetudine…
Tratto da Giovanni Distefano, edito da Filippi Editore Venezia.