LE MERAVIGLIE DELL’ARSENALE DEI “VINICIANI”
Francesco Gasparini
Dalle varie officine ospitate dall’Arsenale uscivano navi complete: galere, triremi, quadriremi, galeoni,cocche, fino alle poderose galeazze che con le batterie sulle fiancate cambiarono il metododi combattimento sul mare. La famosa “csa del canevo”, dalla quale uscivano le corde necessarie a tutte le imbarcazioni dell’arsenale fin dal XIV secolo, venne ricostruita dal Da Ponte nel 1579, diventando un fabbricato lungo 316 metri diviso in tre navate, nel quale venivano confezionati i cordami che le nuove esigenze avrebbero richiesto; da allora il nuovo opificio viene chiamato la Corderia, detta anche Tana; sembra che ciò derivi dal fatto che la canapa necessaria proveniva dai depositi sul mar di Azof, alle foci del Don, il cui antico nome era Tanaj.
L’Arsenale era una grandiosa fabbrica di stato, nella quale in caso di necessità si metteva in moto una gigantesca catena di montaggio che stupì persino il re Enrico III di Valois, re di Francia ePoloni, sotto i cui occhi venne assemblata e varata in un solo giorno una galea completa di cordami, alberature, vele, remi e armamento!
Da qui uscirono le sei galeazze, che contribuirono in maniera determinante alla vittoria a Lepanto, forse una delle più grandi battaglie di tutti i tempi. Le galeazze erano delle vere eproprie “fortezze galleggianti”; armate di centinaia di bocche da fuoco erano poste sotto la guida di Sebastiano Venier…
Nell’arsenale lavoravano le famose maestranze: i marangoni, i segadori, i fondidori, gli armadori, i calafatti, i cordaroli e tutti gli altri artigiani che costruivano montavano e conservavano tutti i pezzi che servivano in tempo di pace o in guerra; ai capi maestranza la Serenissima assicurava gli alloggi quale segno di riconoscenza . E gli arsenalotti avevano l’onore di scortare il Doge nelle sua uscite pubbliche.
L’occupazione napoleonica fu segnata da penose vicende: Il Bucintoro fu fatto uscire trinato da semplici barche da lavoro; ormeggiato di fronte pizza san Marco fu incendiato. Fu Napoleone stesso a lanciare in persona la prima torcia; dopo due giorni e due notti di fuoco venne recuperato e rubato l’oro che ricopriva tutti gli ornamenti della meravigliosa imbarcazione.