L’ELOGIO PIU’ GRANDE FATTO A VENEZIA DA UN PAPA NEMICO
E’ PIO II°, il papa che inveendo contro Venezia ne esalta invece la modernità e la distanza dal mondo italiano di allora, sotto il capriccio di regni, grandi o piccoli, in mano a famiglie (compreso il papato) che rincorrevano unicamente il loro tornaconto personale e non il bene del loro popolo. Siamo negli anni Sessanta del 1400, e si stava preparando l’atmosfera che sfociò nella lega di Cambrai. Il mondo intero contro Venezia.
Vogliono apparir cristiani di fronte al mondo, mentre in realtà non pensano mai a Dio, e ad eccezione dello Stato, che considerano una divinità, essi non hanno nulla di sacro, né di santo. Per un veneziano è giusto ciò che è buono per lo Stato, è pio ciò che accresce l’impero…Misurano l’onore in base ai decreti del Senato, e non secondo Giustizia… Voi pensate che la vostra Repubblica durerà per sempre. Essa non durerà per sempre, e nemmeno a lungo. La vostra perversa plebaglia presto verrà dispersa; la feccia dei pescatori sarà sterminata.
Quindi in Italia, per la prima volta, ricompare l’idea di uno stato Repubblica, in cui anche il doge si inchina a san Marco, simbolo trascendente di un potere al servizio della Nazione, quella Veneta. E ciò risulta inconcepibile nel paese del Machiavelli che teorizza i modi per conservare il potere con ogni mezzo, al fine degli interessi del Potente di turno. Ed è una morale “immorale” che continua a reggere, mi sembra, questo sciagurato paese ancora nei giorni nostri.