IL LEONE COL LIBRO CHIUSO NON NASCE A CASO.
Finito di leggere l’articolo dello scrittore Alessandro Marzo Magno, comparso un paio di giorni fa sul Gazzettino, sono rimasto alquanto perplesso sulla granitica certezza dell’Autore circa la casualità della iconografia col libro chiuso (con spada o senza). Egli basa la sua convinzione , a quanto pare, sulle ricerche del Rizzi, che ha raccolto in due bei volumi molta parte dei Leoni presenti attualmente. Volevo però citare un altro studioso di fama internazionale, quale vessillologo. Aldo Ziggiotto, di cui posseggo un saggio di una decina di pagine, titolato “le bandiere della Repubblica marinara di Venezia”. Egli afferma con certezza quello che Marzo Magno mette come ipotesi: che il rosso purporeo del fondo dei vessilli marciani è un richiamo al rosso imperiale bizantino, di cui Venezia si sentiva l’erede naturale.
Tornando a Marzo Magno, egli afferma che non esisteva regola o codice scritto sulla tipologia dei leoni, e gli do ragione: però vi era la consuetudine che poteva far regola, e mi pare di averla colta, questa consuetudine sul Leon con libro chiuso. Infatti uno di questi Leoni è all’inizio della Valsugana, in Valstagna, posto ai confini con gli “imperiali” (in questi giorni è stato riposizionato un cippo), cioè i feudatari che insidiavano i pascoli dei fedeli sudditi “cimbri” dei Sette Comuni, la cui milizia territoriale era stata voluta dalla Serenissima in funzione di vigilanza dei confini con l’Austria. Eccolo:
Il secondo esempio si trova in piazza a Muggia, estremo confine, all’epoca, con l’Austria. Muggia era terra veneta, i suoi cittadini fedelissimi marcolini, si rivoltarono contro l’idea di qualche notabile locale di passare sotto Vienna, dopo la caduta della Serenissima, nel 1797. E quindi il Leone posto nei secoli precedenti col libro chiuso, in atteggiamento poco pacifico, credo avesse un suo motivo di essere. Eccolo:
Il terzo Leone purtroppo non ve lo posso far vedere, non riesco a ripescarlo, ma si trova a Gradisca o in località limitrofa. Fu posizionato dopo la guerra del 1615-17, proprio per motivi confinari (ma fu scatenato, il conflitto, per l’appoggio che l’Austria forniva ai pirati uscocchi, danneggiando i commerci veneti in Adriatico). Qualcuno magari può fare una piccola ricerca in merito. Io lo pubblicai in bacheca qualche mese fa, mi sembra.
Partendo da quanto dice Alessandro Marzo Magno, cioè che non vi era regola, possiamo però pensare alla consuetudine, e tre leoni con libro chiuso, posizionati in zone conflittuali, credo confermino la mia tesi. Del resto se due indizi fanno una prova, tre coincidenze la fanno ancora di più
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Mah francamente me pare che marzo magno sparà cazzate a ripetizione!!
Fa ben notarlo Millo.
In Lombardia i leoni ze col libro verto parché le cità se gha dedicà spontaneamente no ze prede con la guerra
Ricordo che Cattaro (atuałe Montenegro) ga domanda per 8 volte ła ła dedizion a Venezia ma ze stà rifiutà per 7 volte perché no se sentiva in grado de garantir ła difesa (questo per i detrattori che millanta la conquista militare)
Infine ła storiela de Pantalon. Cossa centra col termine de “piantaleoni” che zera efetivamente utiza dai nemici de Venezia.?
Pantalon xe na maschera come arlecchino usa a teatro
Mah … Articoli poco seri … Come el giornałe
no voevo infierir su Marzo, a cui za no ghe son simpatico… ma pensemo piutosto che el Gazetin xe in man a Caltagirone, che no me par veneto doc 😀 No vago oltre 😉