I “QUATRO” MORI, CUSTODI DEL TESORO DI SAN MARCO.. O LADRONI?
In piazza San Marco, sul fianco meridionale della Basilica, posto alla base di quella che fu la torre d’angolo dell’antico castello Ducale, si trova collocato il rilievo scultoreo che raffigura quattro Tetrarchi, scultura egizio-siriaca in granito rosso imperiale del IV secolo d.c., posta quasi a monito e difesa del tesoro di San Marco, lì dietro da sempre custodito. Leggenda narra che le sculture siano quattro mercanti mori improvvisatisi “ladroni” che, colti in flagrante nel tentativo di introdursi nella sala del tesoro della basilica, vennero fulminati e pietrificati proprio da San Marco.
Questa scultura, chiamata familiarmente dai veneziani i quatro mori , arrivò a Venezia probabilmente divisa in due pezzi e con un piede già mancante, trasportata via mare in compagnia di altri cimeli e di trofei di vittorie dall’Oriente.
Varie sono le supposizioni con cui si è tentato di dare un’identità ai Tetrarchi; alcune li identificano con Massimiliano, Costanzo, Diocleziano e Valerio Severo, i protagonisti della divisione dell’Impero Romano; altri sostengono che il gruppo raffiguri solo due imperatori e che nelle due parti vi siano riprodotte in realtà le medesime immagini. Non manca infine la leggenda in cui quattro saraceni (altrimenti detti “mori”) tentarono inutilmente di rubare il tesoro di San Marco e, dopo giustiziati, vennero così immortalati ad imperitura memoria e monito di altri malintenzionati.
Di questa curiosità il Tassini non ne fa menzione; il Lorenzetti invece (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag. 169) ne descrive sia la possibile derivazione, sia la leggenda popolare dalla quale deriva l’appellativo de i quatro mori :
“(…) allineata col Portale del Palazzo Ducale, si protende una massiccia Costruzione quadrata a forma di torre, attuale sede del Tesoro di San Marco (…). All’angolo il Gruppo dei Tetrarchi (volgarmente chiamati i mori), quattro figure di guerrieri in atto di abbracciarsi; sculture in porfido ormai riconosciute come le figure dei Tetrarchi, i quattro imperatori colleghi nell’impero di Diocleziano; arte egiziana IV sec. d.C. Secondo altra interpretazione (Delbrueck), queste sculture avrebbero servito come sostegni (poggianti su colonne) e l’architrave di una porta. I fori visibili sul copricapo di esse indicherebbero il posto ove si fermava, appoggiandosi, il segno regale: la “Stephane” (corona). La tradizione popolare riconoscerebbe invece in queste sculture i Quattro Saraceni – i mori – che volevano rubare il Tesoro di S. Marco”.
La cronacheta de Sior Antonio Rioba.
Qua no ghe xe niente da dir, quei che xe sul cantòn, co’ i oci spiritai che te varda, xe la scultura de i quatro mori portada a Venexia in do tochi.
El popolo dixe che ‘sti quatro mori tempo indrìo i ga provà a robar el tesoro de Samarco: pol darse, intanto che spètemo che qualchedun tira fora la verità, nialtri ‘ndemo ‘vanti a ciamarli i quatro mori.
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