ll calendario Cisl: «La vera bandiera veneta è il tricolore con il leone». Lo storico Gullino mette le cose a posto.
Alessio Corazza
07 gennaio 2011
Il calendario del sindacato distribuito a tutti i delegati cita il vessillo della Repubblica di Manin del 1848. Ma lo storico Gullino precisa: tricolore promosso dai piemontesi.
PADOVA—E se l’autentica bandiera del Veneto fosse una variante del tricolore italiano? In un calendario che la Cisl regionale si appresta a distribuire ai suoi 5mila delegati, campeggia in copertina un vessillo, quello della Repubblica di San Marco, che di questi tempi pare quasi una provocazione: del tutto identico a quello nazionale, ha le tre bande – verde, bianca e rossa – se non per un piccolo leone di San Marco confinato in un riquadro. Come didascalia, viene riportata la dichiarazione del consiglio dei ministri della Repubblica Veneta, del 27 marzo 1848: «Coi tre colori comuni a tutte le bandiere d’Italia si professa la comunione italiana. Il Leone è simbolo speciale di una delle italiane famiglie». Parole esplosive, quelle vergate da quei veneti eroici, capeggiati da Daniele Manin, che presero le armi contro il giogo austriaco guidando insurrezione di Venezia, che pur avrebbe avuto vita breve.
Esplosive in una regione che, con la Lega al governo, dà voce ogni giorno alla sua vocazione autonomista. Dove i comitati per le celebrazioni dell’Unità d’Italia hanno una gestazione travagliata, tanto che Umberto Bossi si è appena schierato con chi di festeggiare la ricorrenza non ne ha nessuna voglia. «I veneti hanno fatto il referendum cinque anni dopo il resto d’Italia, nel 1866, quindi è chiaro che (il Veneto) fa storia a sé – ha detto il Senatùr – L’Italia l’ha voluta il Savoia e il Savoia non era certo un federalista». Nel piccolo compendio di storia veneta redatto dagli storici incaricati dalla Cisl (nello specifico Mauro Pitteri e Paul Ginsborg, che ha curato la prefazione) battezzato «Diario del Risorgimento Veneto» si racconta una storia diversa. Quella di un Veneto che non ha subìto l’Unità, ma ha partecipato attivamente alla sua costruzione, come testimonia l’adozione del tricolore. Fu davvero così? Non proprio, secondo Giuseppe Gullino, professore di Storia Moderna all’Università di Padova. «Il Veneto non ha avuto fermenti carbonari o mazziniani, ad eccezione dei fratelli Bandiera – spiega – Nel ’48 Manin e Tommaseo rispolverano la Repubblica di San Marco, fu quella a fare da collante ». E il tricolore? «Gli austriaci reprimono l’insurrezione nel giro di un mese – racconta – Venezia per resistere deve accettare l’aiuto dei commissari sabaudi, che in cambio chiedono l’adesione al progetto unitario». Quindi anche l’adozione del tricolore. Che di fatto fu quindi promosso dai piemontesi. «In origine — afferma Gullino – c’era solo il leone».
Alessio Corazza