Luigino Tosatto & i suoi ricordi da bambino: “El scarper”
“Ze mejo brusare un paese, pitosto che perdar na tradision“
Con questo articolo inauguriamo una nuova rubrica, che ripresenteremo periodicamente, per riscoprire e valorizzare i mestieri ed usanze di un tempo con la speranza di accendere sopiti ricordi nel pubblico più anziano e di suscitare curiosità nel pubblico più giovane, buona lettura!
Si ringrazia l’autore Luigino Tosatto
Quando… alla sera, tornavamo a casa.. contavamo quante scarpe c’erano in cucina, dinanzi la porta d’accesso alla scala, ove avevamo le nostre tante camere da letto.
La conta era breve, per i primi, per l’ultimo, vista la tarda ora, il conteggio avrebbe e sarebbe stato ingannevole.
VIGEVA UNA REGOLA NON SCRITTA A CASA NOSTRA, TRA NOI..
L’ ULTIMO che riva casa, dopo aver verificato che tutti erano a letto, poteva chiudere EL CANEASSO DEL PORTON DAVANTI DE CASA.
Perché casa Nostra, CIAVE non GHE NE GAVEIMO..
Per accedervi, in orario notturno, ci si affidava sempre al buon animo dei fratelli, e alla sua ottima matematica…
Eeee eeee scarpe,,, nere, marroni, anche raramente bianche, alte, basse, con la zeppa, con i lacci, con i stripp, con l’ elastico…
Ce le passavamo, tra fratelli, tanto vicini tra noi di età..
I più fortunati, portavano le scarpe nuove, magari acquistate per la comunione, per la cresima, per regalo,, per necessità..
CHE ALTRI?? A RODA, prima o dopo cresceranno, . . E se il piede e la misura sarà lo stesso, verrà recuperato il CURAME, con tutta la sua scarpa…
MA.. MA… MA..
Sos sos sos..
L’ uso e l’utilizzo porta all’ usura e al consumo.
E quà urge l’intervento del Nostro calzolaio, DEL NOSTRO SCARPER..
IO CI SONO STATO TANTE VOLTE, dentro il laboratorio del Sig. NINO MATTIEEO, EL GIUSTA SCARPE DEA NOSTRA FAMEIA, e non solo… credo che in tanti del mio Paese ABBINO portato le loro scarpe a GIUSTAR”.
Avevo sempre piacere entrare nel suo laboratorio..
Me lo ricordo, bene, tanto bene,,.
Mi piaceva ANNUSARE IL PROFUMO DEL MASTICE che aromatizzava la sua stanza….
Lo rimpiango , e anche oggi, raramente, ho il piacere di riannusarlo
Entravo, era seduto sulla sua sua sedia, con il grembiule DE CURAME, con gli occhiali appoggiati sul naso, verso la fine, come fossero solo in appoggio, ma necessari.
Il tavolo da lavoro, BELLISSIMO…
Tanti piccoli chiodi
Tante piccole divisioni tra i chiodi stessi, chi per i tacchi, chi per le suole, chi per i scarponi, chi per le scarpe di tutti i tipi.
Tanti piccoli Martellini, quasi in miniatura, da gioco.
EL GAVEA ANCA eee MACHINE DA CUZAR, PAR cucire le tomaie sulle scarpe..
Mai a corrente, ma A PEDALE,, COME EA SINGER.
EL ME’ SCARPER, QUANDO CHE IERO UN BOCCIASSA, EL SE CIAMAVA …..
NINO MATIEO… .
NON SO’ QUANTI ANNI AVESSE….. MA ME LO RICORDO BENE PER QUANTE SCARPE HA AGGIUSTATO A NOALTRI FRADEI..
Ogni paese e contrada GÀ EL SO’ SCARPER..
Tanto ha dato e fatto per tutti noi, per poco chiedere, per dar gioia ai nostri piedi.