MA COME E’ DIFFICILE TENER UNITI I VENETI! FORSE LA STORIA CI SPIEGA IL PERCHE’
Di Milo Boz Veneto
Ammettiamolo… una certa tendenza innata nei veneti a coltivare l’orticello di casa, e non il campo comune, c’è. Noi indipendentisti lo sappiamo bene.. Mi sono chiesto dove fosssero le radici, e quanto antiche fossero e son dovuto risalire ai Veneti antichi, per trovarne i motivi. Ora ve lo spiego: avete presente l’epico racconto del padovano Tito Livio, che narrava dello spartano Cleonimo, sbarcato sulle foci del Medoaco (l’antico fiume Brenta, anzi, alla veneta, la Brenta) e tornato con le pive nel sacco con poche navi superstiti? Ebbene, Livio parla SOLO dei padovani, mica parla di vittoria veneta… esalta i suoi concittadini. Eppure, a pensarci bene, Cleonimo arriva in laguna, in quello che oggi è il Canal Grande, e di sicuro pesta i piedi ai Veneti di Altino. Certamente li sorprende, e li sconfigge. Altino allora era una città molto importante, un vero emporio che collegava la terraferma veneta al bacino del Mediterraneo. Tito Livio, da bravo campanilista ante litteram, non la degna neanche di una riga.
Padova uber alles, sembra dirci. In effetti le città venete erano rette probabilmente tramite dei consigli, sistema che troveremo perpetuato anche in epoche successive fino a Medio Evo. Ma ogni città era gelosissima della propria autonomia, rispetto alle altre, tanto che.. furono i Romani stessi, a dirimere una questione confinaria sorta tra Padova ed Este, come ci ricorda Polibio. E questo frazionamento fu accentuato poi dall’invasione longobarda. Rimase una forte identità comune, tanto da far definire queste terre l’angolo dei Veneti, ma nello stesso tempo fu sempre una identità “separata”- E Venezia riunificò nuovamente l’antica X Regio, facendosi amare dai Veneti in maniera compatta, proprio per il rispetto delle identità locali. Con i loro antichi statuti e privilegi.
Questo abbiamo dietro le spalle. Tremila anni di storia comune, ma da “separati in casa” forse ci rendono difficile combattere uniti la grande battaglia per la riconquista della libertà. Ma nel nome di San Marco, solo con quel nome, forse si può e si deve fare.
E a proposito del cippo confinario della foto:
Potrebbe sembrare una stele come tante altre, ma così non è.Tra le parole iscritte si trova infatti il termine “Venetkens”: si tratta della prima testimonianza in assoluto dell’utilizzo di questo etnonimo ed è la prova che questa popolazione stanziata in aree geografiche così distanti tra loro da un punto di vista sia geografico che morfologico, si sentiva un’unica grande realtà, e come tale definiva se stessa e il suo territorio. L’alfabeto utilizzato è simile all’etrusco, e veniva anch’esso redatto in forma bustrofelica, cioè con righe scritte da destra a sinistra e ritorno.