MA I VENETI DIVENNERO ROMANI E FONDARONO VENEZIA?
Plaudo ammirato a questo bellissimo confronto con due realtà opposte. Potrei continuare accennando al fatto che i Veneti fondarono le loro città di legno e palafitte, ancor prima di Venezia, sulle anse dei fiumi.. che i fiumi avevano spesso nomi declinati al femminile (la Piave, la Brenta fino all’epoca della mia gioventù lontana.. che la maggiore divinità era una dea e non un dio … che che chi li governava era un “primus inter pares” e non un re o dittatore… che i loro templi erano alberi e boschi e non EDIFICI IN PIETRA, perché la Madre terra stessa era il loro tempio e non doveva esser violentata. I Romani domarono la natura, i Veneti ne erano parte. Una antitesi rispetto alla civiltà che poi dominò il mondo, in cui noi sapemmo mantenere il nostro angolo conservando la nostra identità, il nostro spirito: l’Angulus Venetorum” di cui Venezia, civiltà acquatica e anfibia riprendeva le antiche tradizioni.
I Romani non ci conquistarono, ma furono nostri alleati: occuparono il territorio ma rispettarono le nostre tradizioni.
Ma passo la parola all’amico Alberto Veneziano.
Alberto Veneziano
Ho messo in fila una serie di mie impressioni, sensazioni, nessuna pretesa di storicità, ci mancherebbe. Mettere insieme genealogie contraffatte con concatenazioni forzate di cause ed effetti per ricavarne una “storia” ideologizzata da difendere a spada tratta non mi appartiene. Men che meno sparare affermazione del tipo “noi Veneti” 2700 anni fa eravamo già qui, “noi” chi? Le genealogie si aggrovigliano, il “sangue” si estingue o emigra, le idee e le impressioni però restano e si trasmettono a chi è disponibile a recepirle qualunque sia la sua provenienza.
Le impressioni.
Roma terra. Venetia acqua.
Roma pietra squadrata, carri. Venetia legno in pali, tavole, bricole, barche.
Roma geometria euclidea e archi a tutto sesto. Venetia, geometria variabile curve fantasiose.
Roma planimetria ampia, squadrata, grandi viali assolati. Venetia calli e callette caotiche e labirintiche in ombra alternate a campi erbosi.
Roma lunghe strade consolari di pietra, dritte, solide e stabili. Venetia, canali e fiumi serpeggianti in eterno movimento e variazione.
Roma, esercito pesante in una eterna marcia. Pesante, squadrato e disciplinato verso la conquista di terra, terra e popoli da rendere schiavi. Venetia, galea in navigazione, leggera, filante verso la conquista di nuovi luoghi di scambio per vendere sale e legname e comprare pepe e cannella.
Roma e Venetia non sono solo diverse, sono diametralmente opposte. Per questo anche la Venetia di pietra non è di pietra, è altro. Per questo definire nei libri di storia dell’arte “romanica” la Basilica di San Marco è ridicolo quanto definire “gotiche” certe architetture lungo il canal grande. Né romanica né gotica né nient’altro, Venezia è la Venetia dei Veneti, punto e basta. Un unicum nel mondo frutto di una serie di fatti e coincidenze irripetibili.
No, Venezia fondata dai romani non si può sentire.
Le aree in cui l’acqua e la terra non erano nettamente divise, da sempre abitate dalla gente di laguna, furono metodicamente e intensivamente occupate con un lunghissimo secolare processo determinato esclusivamente dalle necessità di creare un modo di vivere alternativo al disordine e alla barbarie. Proprio per il suo essere così alternativa alla “romanità” terricola e a quello che segue, la Venetia anfibia è semmai la rifondazione in laguna della civiltà palafitticola veneta dopo la “parentesi romana” conclusa in modo disastroso, e i risultati, lo splendore che tutto il mondo viene ad ammirare, sono lì per chi vuole capire.
AV